Nel decreto Ristori-bis è previsto un bonus da 1000 euro rivolto alle famiglie con bambini ma attenzione ai criteri di accesso.
Con la raffica di decreti degli ultimi mesi il governo ha imposto misure sempre più restrittive e parallelamente ha cercato di modellare gli strumenti di supporto ai soggetti più colpiti, comprese le famiglie. L’ultima novità riguarda il bonus baby sitter: l’art.14 del decreto Ristori-bis infatti prevede la possibilità di richiedere un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting fino a un massimo di 1000 euro. Una misura rivolta ai genitori ma con diverse condizionalità.
Anzitutto questo strumento è rivolto unicamente alle famiglie residenti in regioni “rosse”, cioè quelle zone caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto, e all’interno delle quali è stata disposta la sospensione dell’attività didattica in presenza per quanto riguarda la scuole secondarie di primo grado. Al momento della scrittura di questo articolo, le regioni in area rossa sono: Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria ma negli ultimi giorni diversi esponenti del mondo sanitario hanno sottolineato la necessità di ritornare ad un lockdown generale su tutto il territorio nazionale.
Il bonus è rivolto inoltre solamente ai genitori iscritti alla Gestione separata (art.2, comma 26 della legge n. 335/1995) e alle gestioni speciali dell’assicurazione generale obbligatoria e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Tali condizioni dunque, permettono solo ai lavoratori autonomi di beneficiare di questo contributo, escludendo di fatto i lavoratori dipendenti. Ma anche per i lavoratori autonomi ci sono ulteriori condizioni: l’accesso al bonus è riconosciuto solo per le prestazioni effettuate nel periodo di sospensione dell’attività didattica e solo se la prestazione lavorativa dei genitori non può essere svolta in modalità agile. È richiesto inoltre che nel nucleo familiare non vi sia un genitore percettore di altre misure di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o altro genitore disoccupato o non lavoratore. Inoltre, se si ricorre a dei familiari per lo svolgimento di servizi di baby-sitting, il bonus non viene riconosciuto. In caso non si riesca ad accedere al bonus, permane la possibilità di ricorrere ad un congedo parentale straordinario retribuito al 50%.
Per quanto riguarda i figli con disabilità, l’art. 14 afferma che il bonus si applica qualora tali soggetti siano “iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale, per i quali sia stata disposta la chiusura ai sensi dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020 e del 3 novembre 2020”.
Attenzione però perché le risorse sono limitate. Tale misura infatti è finanziata con risorse pari a 7,5 milioni di euro per il 2020 e altri 7,5 milioni per il 2021. Il meccanismo di erogazione del contributo prevede che, sulla base delle domande pervenute, l’INPS provveda al monitoraggio “comunicandone le risultanze al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’economia e delle finanze”. In caso le richieste comportino il superamento del limite di spesa, l’INPS semplicemente le rigetterà.
Simone Fausti