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    Milano, in piazza Duomo contro il Governo: “Fateci lavorare”

    Milano, in piazza Duomo contro il Governo: “Fateci lavorare”

    Una protesta nata da un movimento spontaneo contro il Governo che accomuna ristoratori, commercianti, partite Iva e molte altre categorie contro le chiusure disposte dall’ultimo dpcm.

    Accompagnate dallo slogan “Siamo tutti sulla stessa barca”, sono scese in piazza Duomo circa 200 persone, tra ristoratori, commercianti, partite Iva e rappresentanti di altri settori, per manifestare la loro rabbia contro le misure restrittive imposte dall’ultimo dpcm che impediscono il regolare svolgimento delle loro attività.

    Una protesta rumorosa, senza sigle organizzative, nata da un movimento spontaneo che ha fatto rapidamente il giro del web raccogliendo nel giro di pochi giorni numerose adesioni tra le diverse categorie di lavoratori esausti dai continui “stop and go” del Governo. “Vergogna, vogliamo lavorare” e “Dimissioni” è il grido che si è levato all’unisono dalla piazza. Non è solo lo smarrimento che trapela dagli sguardi dei manifestanti, tanta è la rabbia per l’incognita sul futuro che per molti di loro – dopo il primo lockdown – si profila con un fallimento dato ormai per certo.

    A guidare la protesta il ristoratore Paolo Polli, noto alle cronache per aver manifestato sotto l’Arco della Pace nei mesi di lockdown, che ha puntato il dito contro il Governo e le amministrazioni locali colpevoli, a suo dire – citando il bonus monopattini e le note piste ciclabili – di aver impiegato male le risorse disponibili per interventi inutili anziché destinarle a sostegno della sanità territoriale ed evitare così questo secondo blocco delle attività.

    Alcune rappresentanze delle categorie interessate dalle chiusure hanno incontrato il prefetto Renato Saccone, al quale hanno chiesto di farsi portavoce con il Governo per ottenere il blocco delle cartelle esattoriali e far ripartire le rateizzazioni senza richiedere quelle precedenti – soprattutto in un’unica soluzione – dal momento che nessuno dei lavoratori sarebbe in grado di sostenere la spesa. E sui ristori la richiesta è molto chiara: nessuna elemosina.

    Durante la manifestazione non è mancato il folclore e nemmeno qualche momento di tensione. Tra i manifestanti anche due esemplari di barboncini con indosso una maglietta con un messaggio indirizzato al presidente del Consiglio “Conte, ho il pelo!”, un chiaro riferimento alla chiusura dei negozi di toelettatura per animali. E poi l’attrice cinese Sijia Chen, nota per la partecipazione – rigorosamente in abito da sposa – a numerose manifestazioni insieme al suo gruppo “All in Venice”, che ha abbandonato la piazza in lacrime dopo i pesanti riferimenti di una ristoratrice, salvo poi scusarsi e ricomporre così l’incidente diplomatico.

    Piazza Duomo lentamente si svuota, calano i toni della protesta e i lavoratori cominciano a diradarsi con la certezza che il movimento di contestazione non si chiuderà con questa manifestazione e promettono: “Non ci fermeremo”.

    Micol Mulè

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