Con il moltiplicarsi dei decreti tramite cui il governo cerca di supportare le attività economiche colpite dal covid, aumentano e si differenziano anche i meccanismi di erogazione dei contributi
In questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta provvedendo all’accredito automatico delle risorse stanziate dal governo per far fronte alla seconda ondata di covid. Automatismo che, come già ricordato dall’Informatore, non vale per tutti ma solo per coloro che già erano stati beneficiari del contributo a fondo perduto nel mese di luglio. Anche per questi tuttavia le cose si complicano dal momento che il meccanismo di calcolo elaborato dall’esecutivo fa riferimento ai codici Ateco, alle zone (gialla, arancione, rossa) e a certi coefficienti.
Insomma, è dall’annuncio dei primi contributi in primavera che sono sorte diverse lamentele in merito alla lentezza atavica da parte del governo nel dar seguito a quanto promesso ma soprattutto riguardo al costante stato di incertezza in cui sono costretti a vivere i cittadini e che è all’origine di una sfiducia generalizzata che pervade la società. Diverse migliaia di imprese sono escluse dall’accredito automatico dei fondi e dovranno fare richiesta all’Agenzia: il Sole24Ore ha stimato che tra gli esclusi all’epoca c’era anche chi non era ammesso a causa dei criteri adottati e cioè circa 1600 imprese con ricavi superiori ai 5 milioni annui.
A questi si aggiungono quelle attività che ancora non esistevano allo scoppio della pandemia o quelle che nel frattempo hanno rilevato altre società. Tra le varie rimostranze, una in particolare ha trovato parecchio consenso nel mondo produttivo ed era la decisione di legare il livello di contributo al calo di fatturato registrato ad aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un criterio poco oggettivo che ha dimostrato la sua arbitrarietà nel momento in cui è cambiato il mese di riferimento per certe realtà.
L’Agenzia delle Entrata, infatti, ha fatto sapere che da oggi, 18 novembre, sarà possibile chiedere il contributo il contributo a fondo perduto previsto dal Dl n. 104/2020 per gli esercenti dei centri storici dei grandi centri urbani colpiti dal calo dei turisti stranieri causato dell’emergenza “Covid 19”. Sono stati identificati a riguardo 29 comuni. È possibile inviare la relativa domanda fino al 14 gennaio 2021 tramite i servizi telematici dell’Agenzia. In caso la richiesta venga accettata, la somma di denaro verrà erogata direttamente sul conto corrente del beneficiario. Come è calcolato l’importo? Applicando “una percentuale e solo se l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di giugno 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di giugno 2019”. Da aprile quindi si è passati a giugno. Attenzione però perché il contributo viene riconosciuto a prescindere per coloro che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° luglio 2019.
Le percentuali a cui fa riferimento il comunicato dell’Agenzia sono le seguenti: 15% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 400mila euro; 10% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono compresi tra 400mila e 1 milione di euro; 5% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano la soglia di 1 milione di euro.
Simone Fausti