Gli ultimi dati relativi sull’ automotive evidenziano un settore in difficoltà. L’Italia soffre meno di altre nazioni europee ma le prospettive rimangono negative.
Settembre aveva portato un barlume di luce per il settore auto, ma ottobre ha infranto ogni speranza. Secondo i dati di Acea, l’Association des constructeurs europeéens d’automobiles, il principale gruppo per gli standard nell’industria automobilistica europea, lo scorso mese in Europa è stato registrato un calo delle immatricolazioni del 7,8%, pari a 953,615 unità, dopo che a settembre il settore aveva conosciuto una crescita contenuta (+3,1%).
La causa principale è la seconda ondata di covid che ha condotto a rigide restrizioni. Ad ottobre, tre dei quattro principali Paesi europei hanno conosciuto una forte battuta d’arresto in termini di volumi: la Spagna ha registrato un calo del -21%, seguono la Francia (-9,5%) e la Germania (-3,6%). Per quanto riguarda l’Italia invece la domanda è rimasta sostanzialmente invariata (-0,2%) rispetto ad ottobre dell’anno scorso. Ma se si allarga lo sguardo al 2020, lo scenario è particolarmente negativo.
Da inizio anno, infatti, le nuove immatricolazioni a livello europeo ono diminuite del 26,8%. In termini assoluti sono state registrate circa 8 milioni di vetture, un calo di più di 2,9 milioni di unità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In questi dieci mesi da inizio 2020 si è consumata una vera strage: la Spagna risulta la più colpita (-36,8%), seguita dall’Italia (-30,9%), dalla Francia (-26,9%) e dalla Germania (-23,4%).
In controtendenza FCA che aumenta i volumi di vendita: +3,2%, pari a circa 70mila registrazioni, riuscendo così a incrementare la sua quota di mercato che passa al 6,2% (+0,6%). Il gruppo guidato da Michael Manley ad ottobre ha aumentato le vendite non solo in Italia (+12,5%) ma anche in Germania (+12,8%). A livello di marchi buoni risultati per Jeep (12.300 vetture vendute, +6,7%) mentre Fiat ha fatto registrare più di 49.500 auto (+5,5%). Ottime le performance di Panda (+31,5% immatricolazioni in Europa con 19.500 vetture) e della 500 (14.000 registrazioni, +5,4%). Tuttavia da inizio hanno FCA ha perso più del 30% dei volumi ottenendo una quota di mercato pari al 5,9%. Resiste anche Renault che ad ottobre ha fatto registrare +0,2%. In generale tutte le case automobilistiche registrano forti sofferenze sul versante delle immatricolazioni: -13,7% per Bmw, -6,9% per Daimler, 6% per Volkswagen, -3,6% per Psa.
Per quanto riguarda l’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK), il Centro Studi Promotor ha rilevato come, tra i 31 mercati nazionali dell’area considerata, solo quattro siano in crescita ma si tratta di mercati piccoli: Norvegia (+23,6%), Romania (+17,6%), Islanda (+12%) e Irlanda (+5,4%). L’Italia soffre ma meno di altri colleghi europei. Un fattore che ha consentito al BelPaese di contenere le perdite sono stati gli incentivi attivi da giungo a ottobre ma con il ritorno del virus le prospettive rimangono nere. Come rilevato rilevato dal Centro Studi Promotor, gli incentivi varati dall’Italia al momento risultano infatti inadeguati: “Oggi sono completamente esauriti gli stanziamenti per gli incentivi previsti dal Decreto Agosto per le auto con emissioni da 61 a 110 di CO2 per gr/Km e si stanno esaurendo anche quelli per le auto con emissioni di CO2 da 0 a 60 gr/Km. A ciò si aggiunge che la proposta di Legge di Bilancio presentata dal Governo al Parlamento per la conversione in legge non prevede nulla per l’auto”. Per questo motivo secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro, è necessario “che dal Parlamento venga la proposta di un pacchetto per l’auto da inserire nella Legge di Bilancio e che questo pacchetto sia adeguato all’importanza del comparto che, con il suo indotto, vale in Italia il 12% del Pil”.
Simone Fausti