Il governo è sotto pressione per ridurre l’entità delle misure anti covid al fine di consentire alle persone di fare i tradizionali acquisti natalizi e alle attività commerciali di beneficiare dei consumi di dicembre.
Oggi manca un mese alla vigilia di Natale e l’Italia è in lockdown differenziato secondo quanto disposto dall’ultimo dpcm che scadrà il 3 dicembre. Proprio questa data è al centro delle discussioni degli ultimi giorni: cosa aspettarsi per l’ultimo mese dell’anno? Gli italiani si potranno cimentare nello shopping natalizio? Si potrà festeggiare il Natale spostandosi dalla propria abitazione-comune-regione? I segnali che arrivano dal governo sono per ora incerti e contraddittori.
Se infatti nelle scorse settimane il premier Conte aveva invitato gli italiani a celebrare le festività natalizie in maniera più contenuta e sobria, evitando affollati cenoni, la sottosegretaria del ministero della Salute in quota PD, Sandra Zampa, ospite al programma tv “Otto e mezzo Sabato”, ha chiaramente aperto a delle possibili deroghe delle norme anti contagio attualmente in vigore ma allo stesso tempo ha escluso la possibilità di festeggiamenti di piazza durante il capodanno.
Tutto ovviamente dipende dall’andamento dei contagi e dall’evoluzione della curva epidemiologica. Intervenendo a “Che Tempo Che Fa”, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito la necessità per il governo di mantenere un atteggiamento prudenziale: “La situazione è molto seria, non può essere sottovalutata. Da due settimane vediamo però degli elementi in controtendenza. L’ RT nelle ultime due settimane è sceso. Era 1,7. Negli ultimi giorni è 1,18”.
Insomma, sembra che le misure di contenimento stiano dando i primi frutti. Se al momento permane molta incertezza in merito alla possibilità di festeggiare il giorno di Natale con i propri cari uscendo dalla propria regione di residenza, la speranza tuttavia è di poter rendere l’Italia zona gialla nel periodo pre-natalizio così da permettere la riapertura di una serie di esercizi attualmente chiusi e di conseguenza consentire lo shopping natalizio seppur in maniera contingentata. Da un punto economico, questo garantirebbe una pausa di respiro alle attività commerciali già duramente colpite dagli ultimi provvedimenti. Secondo l’ultimo booklet economico di Assolombarda, infatti, le misure autunnali anti-contagio hanno rallentato la ripresa del territorio lombardo del terzo trimestre. Sono previste perdite oltre l’1% del Pil regionale mentre a livello nazionale si parla di una perdita di almeno 0,3 punti percentuali sul Pil 2020. Le chiusure disposte a livello centrale gravano particolarmente sull’economia lombarda dove le esportazioni corrispondono a più del 30% del Pil e incidono per circa il 40% del fatturato delle imprese manifatturiere.
Simone Fausti