In attesa del testo definitivo, le anticipazioni su alcune misure relative al nuovo dpcm che disciplinerà le feste natalizie.
Mancano poco più di venti giorni al 25 dicembre e gli italiani si interrogano sulle modalità con cui passare il Natale, cosa sarà consentito e cosa no. Il governo sta lavorando a un dpcm che regoli proprio le imminenti festività. Tale provvedimento dovrebbe entrare in vigore da venerdì 4 dicembre ma sono già uscite alcune anticipazioni sebbene le modifiche dell’ultimo secondo sono sempre dietro l’angolo.
Con l’indice rt che scende in diverse regioni, il governo si aspetta un passaggio in zona gialla da parte della maggior parte dei territori ma l’idea è quella di impedire spostamenti di massa e dunque si parla di un divieto di uscire dal proprio Comune sia a Natale che a Capodanno, lasciando la possibilità di andare a pranzo nei ristoranti i quali probabilmente saranno costretti a chiudere alle 18.
L’esecutivo vuole evitare di replicare l’impennata dei contagi post estate e dunque una terza ondata, motivo per cui probabilmente saranno vietati gli sci e le crociere oltre al ricongiungimento con i parenti o gli spostamenti verso le seconde case. Le misure restrittive sugli spostamenti potrebbero valere dal 21 dicembre al 6 gennaio, ma l’arco temporale di applicazione è oggetto di dibattito.
Nel frattempo ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto in audizione al Senato, illustrando gli indirizzi del governo. Speranza si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti finora, motivo per cui la classificazione delle regioni secondo indice di rischio (rosso, arancione e giallo) verrà riproposta nel prossimo dpcm. L’obiettivo “è piegare la curva senza un lockdown generalizzato”. Per questo motivo “c’è bisogno di altre settimane di sacrifici e poi una robusta cura di mantenimento. Non facciamoci illusioni, se abbassiamo la guardia, la terza ondata è dietro l’angolo”.
Tale prudenza è anche all’origine dell’indecisione in merito alla riapertura delle scuole. Per Speranza non bisogna affrettare i tempi: le superiori torneranno gradualmente in presenza “compatibilmente con l’evoluzione del quadro epidemiologico”. Difficile dunque che cambi qualcosa prima dell’Epifania.
Sul fronte dei vaccini il ministro della Salute si è dimostrato ottimista: “Dentro la tempesta che ancora stiamo vivendo finalmente vediamo un approdo, abbiamo una rotta chiara verso il porto sicuro, perché appare probabile che a partire da gennaio avremo i primi vaccini e poi progressivamente saremo in grado di vaccinare un numero sempre piú alto di italiani”. Speranza ribadisce che la campagna di vaccinazione sarà imponente per arrivare all’immunità di gregge ma ha anche sottolineato che “non è intenzione del governo disporre l’obbligatorietà dei vaccini”.
Simone Fausti