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    Milano, 10 Corso Como in bilico: chiesto il concordato preventivo

    Milano, 10 Corso Como in bilico: chiesto il concordato preventivo

    Lo storico concept store di Corso Como fondato da Carla Sozzani, modello esportato in tutto il mondo, è nuovamente in crisi. Dalla joint-venture con Tiziana Fausti, multibrand del lusso, l’occasione di rilancio.

    Non è ancora detta l’ultima parola sul destino di 10 Corso Como, il concept store milanese divenuto celebre per aver rivoluzionato la modalità di concepire il commercio in un sapiente incontro tra arte e cultura, modello poi esportato in tutto il mondo, ora in grave crisi finanziaria.

    La Dieci srl, società in liquidazione che gestisce il negozio fondato dalla gallerista Carla Sozzani, ha chiesto al Tribunale di Milano il concordato preventivo per togliersi dall’indebitamento che ormai si trascina da tempo. Accertata “la sussistenza del presupposto soggettivo di fallibilità e di quello oggettivo della ricorrenza di uno stato di crisi”, la seconda sezione Civile del Tribunale di Milano ha fissato come termine ultimo il prossimo 18 marzo 2021 per la presentazione di un piano e nominato un commissario giudiziale, Ignazio Arcuri, che dovrà vigilare sull’attività della società fino alla scadenza fissata.

    Nato nel 1991 dall’intuizione di Carla Sozzani, sorella dell’indimenticata Franca anima e direttrice di Vogue Italia scomparsa nel 2016, in quello che era un garage di corso Como in un’epoca in cui la zona non godeva dei fasti contemporanei che ora la collocano tra le vie della movida milanese, ha saputo imporsi nel panorama internazionale con l’innovativa visione di concept store.

    Nello spazio riprogettato dall’artista statunitense Kris Rush si amalgamano con studiata armonia moda, cultura ed arte in una sorta di “magazine vivente”, come lo ha definito la stessa Sozzani. Nella stessa location si trovano la galleria d’arte, che ha preceduto l’apertura del concept store insieme alla libreria, un bar e ristorante ed il ricercatissimo hotel di sole tre stanze da cui il nome “3 Rooms Hotel”.

    Modello d’ispirazione a livello mondiale, 10 Corso Como è sbarcato oltreoceano con i punti vendita di Seul, Tokyo e New York, sebbene quest’ultimo, inaugurato nel 2018 nel cuore di Manhattan, abbia chiuso lo scorso maggio sotto gli effetti dell’emergenza sanitaria che presto si è trasformata in crisi economica.

    Una crisi che risale già a partire dal 2014 quando il fatturato ha cominciato a calare, fino a raggiungere, nel 2015, un debito consistente nel quale rientravano anche i 4,67 milioni di euro di tasse non pagate, motivo per cui Equitalia aveva presentato istanza di fallimento della Dieci srl, contenzioso poi risolto grazie ad un accordo nel quale la società si è impegnata a pagare il debito secondo un piano di rateizzazione.

    Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo, che sul concept store si è abbattuto anche lo sfratto da parte della proprietà dell’immobile al 10 di corso Como, la famiglia Rusconi, dopo averne stabilito la vendita. Anche in questa occasione un accordo ha scongiurato la chiusura dell’iconico store milanese diventato nel tempo luogo di attrazione di turisti e visitatori mossi, più che dallo shopping, dal desiderio di osservare dal vivo il sapiente connubio tra cultura e commercio che si respira varcando la soglia del portico.

    Con la recente joint-venture con Tiziana Fausti, a capo dell’omonimo store multibrand di lusso di Bergamo, l’obiettivo è quello di espandere e rafforzare la presenza di 10 Corso Como sul mercato mondiale puntando soprattutto a sviluppare il concept store nell’ambito digitale con la piattaforma 10 Corso Como-the-global-shop. Un’operazione che potrebbe essere occasione per una nuova ripartenza.

    Micol Mulè

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