Le novità sul piano di vaccinazione di massa che comprenderà degli hub regionali. Priorità per 6,5 milioni di italiani.
Mentre in Gran Bretagna è già stata vaccinata la prima persona, in Italia prende forma il piano vaccini anti covid. Gli ultimi aggiornamenti sono arrivati durante la riunione con le regioni indetta dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia. In questa occasione il commissario Arcuri ha esposto i punti cardine di quella che nel 2021 sarà una grande campagna di vaccinazione per contrastare il contagio da covid.
Come già emerso nei giorni scorsi, l’hub principale di stoccaggio sarà l’aeroporto militare di Pratica di Mare: qui dovrebbero arrivare tutte le 202 milioni di dosi di vaccino previste dal 2021 al 2022. La novità riguarda lo step successivo: Arcuri infatti ha detto che saranno necessari degli hub a livello regionale al fine di rendere ottimale il trasporto, la logistica e la distribuzione. Anche in questo caso si parla di siti militari: l’esercito dunque sarà in prima fila per garantire il corretto svolgimento delle operazioni, per lo meno a monte del processo.
Per quanto riguarda i numeri, entro la fine del mese di marzo dovrebbero essere disponibili oltre 28 milioni di dosi che saranno distribuite secondo una lista contenente i profili dei soggetti con maggiore priorità che, secondo le stime del governo, saranno circa 6,5 milioni di italiani. Per quanto riguarda gli operatori sanitari e sociosanitari, questi sono circa 1,4 milioni e ovviamente saranno tra i primi a ricevere il vaccino assieme a circa mezzo milione di individui presenti nelle Rsa (tra personale e ospiti) e 4,4 milioni di over 80.
L’Istituto superiore di Sanità realizzerà inoltre uno screening su un campione di soggetti vaccinati scelti in base a una varietà di criteri come area geografica, età, genere e stato di salute al fine di valutare la capacità di risposta immunitaria e tutta un’altra serie di parametri. Un’indagine che richiederà diversi prelievi a distanza di alcuni mesi e che sarà utile per trarre evidenze scientifiche.
Secondo il ministro Boccia, “lo sforzo dello Stato è massimo sia per le risorse che per l’utilizzo dell’Esercito Italiano per la custodia e lo stoccaggio. Con i quasi 300 punti di somministrazione nei presidi ospedalieri riusciremo a coprire il 90% delle Province italiane”. Secondo Boccia, il coinvolgimento delle regioni sarà fondamentale dal momento che probabilmente saranno necessari 1500 luoghi dove somministrare il vaccino. L’idea del governo è di sfruttare tutte le risorse disponibili, facendo ricorso anche ai medici di medicina generale e le farmacie.
Simone Fausti