Stanziamenti speciali a seguito dell’accordo tra democratici e repubblicani. Placet di Trump. Atteso un nuovo piano Biden.
Per arginare la crisi economica da covid19, negli Stati Uniti democratici e repubblicani sono giunti ad un accordo che ha sbloccato 900 miliardi di dollari.
I fondi finanzieranno sussidi di disoccupazione, sostegni per le piccole aziende e scuole, rinforzamento delle strutture ospedaliere, il piano di distribuzione dei vaccini ed assegni mensili di 600 dollari a ciascun cittadino.
L’intero progetto viene votato simultaneamente alla legge finanziaria di 1400 miliardi. Finora il Governo federale aveva operato senza la futura finanziaria, con degli stanziamenti temporanei dal mese di settembre, anche per evitare rischi di shutdown.
Complessivamente gli Stati Uniti stanziano oltre 2300 miliardi. L’ultimo accordo ha avuto anche il placet del Presidente uscente Donald Trump.
Tra le misure adottate, molto interessante è il Paycheck Protection Program, un pacchetto che elargisce fondi affinché le aziende mantengano i livelli di impiego.
Ci sono poi i nuovi sussidi settimanali federali di disoccupazione da 300 dollari, che si aggiungono a quelli statali. Questi sono destinati principalmente ai freelancers e ai dipendenti delle gig-economy.
L’accordo tra democratici e repubblicani si è perfezionato con delle rinunce rispettive.
I democratici chiedevano a gran voce aiuti per i bilanci statali. I repubblicani auspicavano garanzie di immunità per le aziende che hanno avuto denunce per casi di coronavirus.
Si è scelto che nessuna delle due misure troverà applicazione.
Ma lo scontro più importante è stato quello sul ruolo della Fed. I repubblicani pretendevano il divieto di continui programmi speciali anti-crisi della Banca centrale in accordo con il Tesoro, considerandoli eccessivi. Secondo i democratici questi programmi sono stati decisivi per la salvezza dell’economia in tutto il periodo della pandemia.
Alla fine un compromesso, offerto dai leader democratici, è stato accettato dai conservatori. Il divieto ci sarà, solo per ulteriori programmi straordinari gestiti dalla Banca centrale che siano di fatto una copia di quelli attuati in passato.
I democratici hanno sofferto nel rinunciare gli aiuti agli stati, considerato che sono obbligati per legge a pareggiare i loro bilanci. Da marzo a oggi i passivi risultanti dalle loro casse pubbliche sono già costati 1,3 milioni di posti di lavoro. Altri tagli appaiono inevitabili in assenza di risorse.
Si ipotizza da più parti che il nuovo presidente eletto Biden, starebbe già lavorando ad un ulteriore piano. Molto dipenderà da chi si aggiudicherà il controllo del Senato.
Andrea Curcio