Sempre più spesso nel campo dell’agricoltura sentiamo parlare di un concetto che può sembrare difficile da applicare ma che in realtà è un obiettivo possibile. Stiamo ovviamente parlando dell’agricoltura sostenibile, un trend in continua crescita negli ultimi anni.
L’agricoltura sostenibile, secondo la definizione dell’Agricultural Sustainability Institute, parte dell’University of California a Davis, si pone come obiettivo quello di soddisfare il fabbisogno attuale di alimenti e tessuti senza compromettere la capacità da parte delle generazioni future di soddisfare a loro volta il proprio fabbisogno.
La FAO, ossia la Food and Agriculture Organization, ha definito i cinque principi di agricoltura sostenibile. Il primo riguarda l’aumento della produttività, dell’occupazione e il valore aggiunto nei sistemi alimentari: modificare le pratiche e i processi agricoli garantendo i rifornimenti alimentari e riducendo allo stesso tempo i consumi di acqua ed energia.
Si ha un’agricoltura sostenibile quanto è possibile proteggere e migliorare le risorse naturali. Come? Favorendo la conservazione dell’ambiente, riducendo l’inquinamento delle fonti idriche, la distruzione di habitat ed ecosistemi e il deterioramento dei suoli. Altri punti sono: il miglioramento dei mezzi di sussistenza per favorire una crescita economica inclusiva, la crescita della resilienza di persone ed ecosistemi in grado da minimizzare gli impatti ambientali e l’adattamento alle nuove sfide.
Anche l’Italia si è data da fare per favorire il concetto di agricoltura sostenibile, attraverso principi e tecniche che favoriscono l’agricoltura biologica e quella biodinamica. Nell’agricoltura biologica per eliminare i parassiti infatti, invece di ricorrere ai pesticidi, si usano altri insetti o batteri antagonisti e si privilegiano le tecniche tradizionali come la fertilizzazione organica o le rotazioni colturali che consentono di arricchire il terreno; nell’agricoltura biodinamica il principio fondamentale è quello sia di sanare e arricchire l’ambiente, sia di migliorare l’alimentazione dell’uomo. Grazie a queste tecniche è possibile sostenere la produzione di numerosi prodotti, tra cui quelli presenti sul sito specializzato Cibdol.it, senza andare ad impattare in maniera importante sull’ambiente.
Nel nostro Paese sono nati numerosi i distretti agrari dedicati all’agricoltura sostenibile e legati alla morfologia del terreno, che si caratterizzano per la presenza di terrazzamenti come in Liguria, nelle Alpi, nelle valli appenniniche e sulle pendici dei monti siciliani; i muretti a secco divisori sono tipici delle campagne pugliesi. Numerosi olivicoltori biologici proprio in Puglia promuovono il proprio olio con la menzione speciale “da oliveti secolari di Puglia” e lavorano esclusivamente sulla base di un’agricoltura sostenibile: si occupano di interventi conservativi del suolo (inerbimento controllato, trinciatura, e sfalciatura), di evitare l’innescarsi di fenomeni erosivi, della riduzione della sostanza organica, della conservazione della biodiversità vegetale; inoltre per una perfetta agricoltura sostenibile, vietano forme di distruzione del suolo e del rapporto con i banchi calcarei sottostanti attraverso forme di spietramento e macinazione dei banchi calcarei stessi.
L’agricoltura sostenibile prevede di aumentare la produzione sulle terre già sfruttate ed evitare di infierire ancora su quelle terre che non sono adatte alla coltivazione; prevede di assicurare un accrescimento effettivo della produzione alimentare e di migliorare la sicurezza alimentare.