Lombardia, scuola: per le superiori sarà dad al 100% fino al 24 gennaio.
Verrà formalizzata con un’ordinanza la decisione della Regione di posticipare la riapertura delle scuole superiori al 25 gennaio. Il presidente Fontana: “Non possiamo permetterci un’altra falsa partenza sulla scuola, che non fa bene né a studenti né ai dati sanitari”.
Di archiviare la dad insieme al 2020 non se ne parla. Mai come quest’anno, la data del 7 gennaio era attesa con trepidazione dagli studenti delle scuole superiori lombarde, che finalmente avrebbero potuto rientrare tra i banchi di scuola e riprendere in mano la routine fatta di rapporti quotidiani, ancor prima di compiti e lezioni. Niente da fare, si slitta di quattro giorni, rientro fissato a lunedì 11. E poi l’annuncio definitivo: si dovrà attendere fino al 24 gennaio prima di poter varcare la soglia d’ingresso in un’aula vera e propria.
Lo ha annunciato una nota di Regione Lombardia che presto è rimbalzata nelle chat di whatsapp di studenti e genitori, fugando ogni dubbio su come e quando effettivamente sarebbe ripartita la didattica in presenza, in un continuo altalenare tra percentuali di studenti in classe – 50% o 75%, classi a metà o classi intere e sezioni a metà? – e toto date, che avevano fatto temporeggiare le direzioni scolastiche sulle comunicazioni ufficiali da trasmettere a famiglie e studenti.
La decisione della Regione, che verrà formalizzata in un’ordinanza valida fino al 24 gennaio, segue l’orientamento della prudenza, prendendo atto “delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario” relativamente all’andamento della diffusione del virus, condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo. Tradotto significa didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti degli istituti secondari di secondo grado della Lombardia.
A poco sono valsi gli sforzi delle stesse scuole per essere pronte ad accogliere gli studenti in presenza e nemmeno il piano elaborato dalle Prefetture insieme ai Sindaci per scaglionare gli orari di apertura delle attività ed evitare il sovraffollamento dei mezzi di trasporto pubblici, potenziati per l’occasione. Niente da fare.
Il presidente Attilio Fontana è stato molto chiaro: “Non possiamo permetterci un’altra falsa partenza sulla scuola, con un apri e chiudi che non fa bene né a studenti né ai dati sanitari”, ha scritto sulla pagina social istituzionale. E sono proprio questi ultimi a tenere alta l’attenzione in Regione, con numeri che rimangono in crescita e una curva che non accenna a diminuire. E annuncia: “Prendiamo questo tempo sia per ulteriori valutazioni sull’andamento del virus in questo primo mese del 2021, sia per mettere in campo nuovi e concreti provvedimenti per supportare la ripartenza in sicurezza”.
Critica la referente per il gruppo consigliare regionale PD per l’Istruzione, Paola Bocci: “Mentre prefetti, enti locali, soprattutto Città Metropolitana, e agenzie del trasporto pubblico hanno lavorato per garantire le condizioni per la riapertura di tutte le scuole, la Regione ha deciso senza confrontarsi di lasciarle chiuse – commenta in una nota – suo dovere è fare la sua parte, coordinandosi con chi ha attivato soluzioni per ridurre i rischi, potenziando il trasporto pubblico e rimodulando tempi e orari”.
Anche da parte degli alunni delle superiori le proteste non sono mancate. Già con il primo slittamento all’11 gennaio, gli studenti milanesi erano scesi in piazza giovedì per manifestare il loro dissenso alla decisione del ministero e rivendicare il diritto all’istruzione in presenza, ieri, dopo l’ulteriore rinvio della Regione, un presidio in piazza Duomo. Sperando che sia l’ultimo.
Micol Mulè