Record richieste di cassa integrazione a Monza
41.799 richieste di integrazione salariale. Esportazioni in calo del 25%
Le domande di integrazione salariale in provincia di Monza e Brianza al 30 novembre sono state 41.799. Di queste la Cgil di Monza e Brianza ne ha gestite direttamente circa 10.000.
A causa di una forte riduzione delle ore lavorate, le esportazioni sono calata di almeno il 25%, dal settore chimico, al metalmeccanico, passando per il comparto legno e arredo.
L’emergenza sanitaria ed economica ha inasprito le difficoltà economiche e sociali di una fascia di popolazione già compromessa, ad esempio le famiglie con redditi da lavoro precario.
Il segretario della Cgil Monza e Brianza, nonché segretario generale della Camera del Lavoro nella medesima provincia, Angela Mondellini, afferma che il blocco dei licenziamenti è stato utile per evitare effetti devastanti sul breve periodo. Ma la crisi ha colpito comunque quei lavoratori che non hanno un contratto a tempo indeterminato. Si pensi ai co.co.co, ai precari, agli apprendisti.
Il sindacato sottolinea che la fascia giovanile ha retto maggiormente nella provincia di Monza rispetto ad altre città. Anche l’occupazione femminile non ha subito grandi shock. Rimane invece molta preoccupazione per gli anziani, di cui sono numerosi quelli che non possono contare su un’entrata fissa sufficiente.
Peraltro nonostante la riduzione delle ore lavorate, continuano gli incidenti sul lavoro, anche fatali. Se nel 2019 hanno perso la vita 14 lavoratori, nel 2020 sono stati 8. Gli infortuni sono passati da circa 7500 a 690.
Per il rischio Covid, lo sportello Ambiente, Salute e Sicurezza ha attivato un servizio di consulenza ed assistenza ai lavoratori che si sono infortunati, tra cui gli ammalati di Covid.
Al momento sono in corso numerosi tavoli di crisi aziendali. Tra questi ricordiamo il fallimento del Mercatone Uno e la vertenza Icar.
Andrea Curcio