Si chiama G-Point Lift e con un filler solleva guancia e palpebra
La metodologia messa a punto dal chirurgo oculoplastico Francesco Bernardini si basa su un approccio anatomico e agisce con un filler a base di acido ialuronico iniettato in un preciso punto estetico, con la funzione non di riempire una mancanza di volume, ma di sollevare i tessuti. 30 minuti di trattamento, nessun dolore e recupero immediato per ottenere risultati di lunga durata, paragonabili a quelli di una tradizionale blefaroplastica
L’area intorno agli occhi è la prima parte del viso a mostrare i segni dell’invecchiamento e i trattamenti per ringiovanire lo sguardo sono, da sempre, fra i più richiesti dai pazienti.
Il punto chiave dove si manifestano difetti e perdita di volumi è quello che gli esperti chiamano “eyelid-cheeck junction”, cioè l’area di transizione tra la palpebra inferiore e la guancia. «È qui che sono visibili sia difetti costituzionali che possono essere presenti anche in giovane età come occhiaie e cerchi scuri, sia i primi segni dell’invecchiamento con lassità cutanea e borse. La complessa anatomia di questa zona del volto, con la presenza di legamenti saldamente attaccati all’osso, la rende anche molto difficile da trattare senza ricorrere a metodi invasivi, come la tradizionale blefaroplastica»: a spiegarlo è Francesco Bernardini, chirurgo oculoplastico specializzato nell’estetica dello sguardo, che ha messo a punto un’innovativa tecnica di recente pubblicata sul Journal of Cosmetic Dermatology. Si chiama G-Point Lift e il nome rivela come agisce: sollevando guancia e palpebra mediante l’iniezione, in un punto strategico denominato G-Point, di un filler a base di acido ialuronico adatto a dare supporto e compattezza.
«Non “riempire”, ma “sollevare” – sottolinea Bernardini –. È questo approccio chirurgico nell’uso del filler che fa la differenza. Sfruttiamo le caratteristiche fisiche di un filler ad alto G-Prime, con capacità liftante, per sostenere e supportare la palpebra, ottenendo un effetto lifting, e completiamo il trattamento con un filler dedicato alla palpebra e per questo molto delicato, per lavorare sulle transizioni, dando un “effetto Photoshop”, che leviga e rifinisce». Fondamentali per la riuscita del trattamento sono, naturalmente, l’approfondita conoscenza dell’anatomia del volto, per individuare correttamente il punto dove praticare l’iniezione, e la scelta del filler a base di acido ialuronico più appropriato, a seconda dell’obiettivo da ottenere e delle caratteristiche della pelle e dei tessuti: in particolare, spiega il dottor Bernardini, «come filler ad effetto liftante (alto G-Prime) utilizzo alternativamente Ultradeep o RHA4 (Teoxane), mentre come filler dedicato alla palpebra (a basso G-Prime) prediligo il Redensity II (Teoxane), l’unico che è indicato per il trattamento della parte più delicata, ossia la palpebra inferiore».
Negli ultimi anni il dottor Bernardini ha trattato con successo l’area infra-orbitaria di centinaia di pazienti utilizzando la tecnica G-Point Lift con risultati eccellenti in termini di soddisfazione dei pazienti e assenza di effetti indesiderati. «La tecnica di correzione con i tradizionali filler iniettati a livello della ‘valle lacrimale’ dà risultati limitati, poco duraturi e può essere fonte di complicazioni per via della notevole quantità di filler necessaria a riempire i vuoti – specifica Bernardini –. Al contrario, la tecnica chirurgica della blefaroplastica dà risultati duraturi e significativi, ma con costi alti e tempi di recupero post operatori lunghi». Il G-Point Lift si pone come alternativa a entrambe le soluzioni, offrendo un risultato ‘chirurgico’ con una tecnica non invasiva: il trattamento dura circa 30 minuti, il paziente non sente dolore, il rischio di ecchimosi è minimo e il recupero immediato. I risultati rimangono visibili almeno per un anno: i trattamenti, quindi, possono essere molto più distanziati rispetto a quelli che prevedono l’uso di filler tradizionali. Una seduta di G-Point Lift ha costi variabili a seconda della quantità del prodotto necessario: prezzo a partire da 400euro.
Francesco Bernardini – Profilo Professionale Laureato con lode in Medicina e Chirurgia all’Università di Genova, Francesco Bernardini (www.oculoplasticabernardini.it) ha conseguito il Diploma di specializzazione in Oftalmologia all’Università di Genova. Dopo l’abilitazione professionale per gli Stati Uniti (1996), ha ottenuto una fellowship clinica di 2 anni in Chirurgia oculoplastica, ricostruttiva e orbitaria all’Università di Cincinnati in Ohio, Stati Uniti. È l’unico membro italiano della American Society of Oculoplastic and Reconstructive Surgery (Asoprs) ed ha al suo attivo oltre 60 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Attualmente è libero professionista ed è professore a contratto per la chirurgia dell’orbita e delle palpebre all’Università di Genova. I suoi studi si trovano a Genova, Milano e Roma.
Info: Eo Ipso
Miriam Giudici – mgiudici@eoipso.it – 346 3907608