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    Lavoro: il governo vaglia nuove misure di supporto

    Cassa covid, contributi 2021, contratto di solidarietà difensiva. L’esecutivo al lavoro per rinnovare le misure di supporto al mondo del lavoro.

     

    In diverse zone d’Italia sono state inasprite le misure di contenimento anti-covid, costringendo imprenditori e professionisti a sospendere e chiudere nuovamente le proprie attività. Per questo motivo il governo sta valutando nuove misure di supporto al mondo del lavoro da inserire nel prossimo dl Ristori.

     

    La misura più onerosa per le casse statali è la proroga della cassa integrazione per 18 settimane che dovrebbe valere circa 5 miliardi di euro. Questo forse è il punto più complicato proprio perché richiederebbe importanti coperture, per questo motivo una delle opzioni sul tavolo è quella di garantire tale proroga solo alle imprese del terziario. Per le altre realtà che ricorrono alla cassa ordinaria, come il mondo dell’edilizia e il mondo dell’industria, si parla di garantire una proroga di 4 settimane al termine della quale i datori di lavoro potrebbero tornare a licenziare dal momento che attualmente il blocco è in vigore fino al 31 marzo 2021.

     

    Nel frattempo il 14 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del 15 dicembre 2020 del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che, lo ricordiamo, riguarda la determinazione delle modalità di accesso al trattamento di integrazione salariale straordinaria per crisi aziendale. Tale provvedimento stabilisce che per il 2020 e, comunque, fino al termine dell’emergenza epidemiologica, ai fini dell’approvazione del programma di crisi aziendale conseguente il covid, la fattispecie viene valutata (fermo restando la salvaguardia occupazionale):“anche in assenza del piano di risanamento (di cui alla lettera c dell’art. 2 del Decreto Ministeriale n. 94033/2016) e con sospensione del lavoro anche in deroga al limite dell’80% delle ore lavorabili nell’unità produttiva nell’arco di tempo di cui al programma autorizzato (art.22, comma 4, Dlgs 14 sett. 2015, n.148), con riferimento ai periodi di vigenza dei provvedimenti emergenziali di limitazione dell’attività produttiva”.

     

    Un altro progetto dell’esecutivo riguarderebbe il consolidamento del contratto di solidarietà difensiva tramite il riconoscimento di uno sconto contributivo alle imprese, al fine di evitare i licenziamenti di massa alla fine del blocco. A ciò si aggiunge anche l’idea di estendere per tutto il 2021 l’esonero dei contributi previdenziali per i professionisti e i lavoratori autonomi ma solo per coloro che nel 2019 hanno dichiarato redditi non superiori a 50mila euro e parallelamente nel 2020 abbiano subito un calo del fatturato almeno del 33% rispetto all’anno precedente. Una misura che dovrebbe essere coperta tramite 1,5 miliardi da disporre in un fondo apposito.

     

    Proseguono dunque i colloqui tra i tecnici del ministero del Lavoro, presieduto da Nunzia Catalfo, e i sindacati. Discussioni che finora hanno avuto esiti positivi, come ricordato da Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto Cisl, il quale ha ribadito “l’esigenza di intervenire subito sull’agenda-lavoro, inserendo già nel Decreto Ristori 5 la proroga non selettiva dei licenziamenti, come pure delle indennità e della Cassa Covid”. Secondo Sbarra infatti al situazione attuale impedisce di archiviare gli strumenti di protezione attivati in questi mesi a cui deve aggiungersi “un piano di formazione e crescita delle competenze che coinvolga lavoratori e percettori di misure di protezione sociale, una riforma degli ammortizzatori sociali a regime nel segno della semplificazione, della solidarietà, della universalità e la costruzione di una solida rete di politiche attive”.

     

     

     

    Simone Fausti

     

     

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