La Federal Reserve si prepara a navigare tra il maxi piano di stimoli fiscali di Biden e un 2021 con molte incertezze.
Nonostante i mercati continuino a dimostrare un certo ottimismo, il 2021 rischia di essere un anno dai segnali contrastanti. In autunno, alla notizia dell’efficacia del primo vaccino anti-covid, i settori più colpiti dalla pandemia quali il trasporto aereo, l’alberghiero e il turismo, hanno realizzato enormi rialzi in borsa.
Per un certo periodo tale ottimismo ha generato un rally abbastanza consistente, consolidato dall’idea che il vaccino fosse il punto di svolta della crisi pandemica. Tuttavia al momento dell’inizio delle vaccinazioni in vari parti del mondo, i problemi legati alla catena di distribuzione e al livello di capacità produttiva delle aziende farmaceutiche hanno costretto diversi Paesi a rivedere le proprie stime di crescita per l’anno appena iniziato.
A gennaio dunque diverse istituzioni si sono mostrate caute nel definire l’outlook economico per il 2021: prima la BCE, poi il Fondo Monetario Internazionale e ora anche la Federal Reserve. Il caso della banca centrale americana è emblematico: l’Amministrazione Biden è pronta a risollevare le sorti dell’economia americana grazie al maxi piano di stimoli fiscali, tuttavia gli analisti concordavano nel sottolineare che era difficile che il numero uno Jerome Powell comunicasse un cambiamento della politica monetaria.
Il pacchetto di stimoli vale 1.900 miliardi di dollari e si innesta sui 4mila miliardi di aiuti varati negli scorsi mesi. Eppure diversi osservatori considerano prematuro un’eventuale riduzione degli acquisti di asset da parte della FED, anche perché dall’economia reale arrivano segnali contrastanti. Alcuni recenti sondaggi mostrano un certo miglioramento nella manifattura e nei servizi, il settore più colpito, ma allo stesso tempo i dati sul lavoro rimangono tutt’altro che incoraggianti. Anche se in calo, le richieste inziali di disoccupazione si aggirano attorno alle 900mila unità.
Sul fronte valutario, il dollaro è atteso in discesa nella prima metà del 2021 soprattutto nei confronti delle valute dei mercati emergenti anche se nella giornata di ieri alcuni investitori sottolineavano un possibile rialzo del dollaro qualora Powell si fosse dimostrato più ottimista sulle prospettive economiche. Si prospetta tuttavia il proseguimento della politica monetaria accomodante che finora ha guidato l’operato della Fed.
Simone Fausti