Fmi: debito italiano al 157,5% ma sostenibile
Le stime del Fondo Monetario Internazionale per l’Italia vedono il debito raggiungere nuove vette. Ma ciò non preoccupa l’Fmi.
Un’impennata notevole ma che per ora non preoccupa. Secondo i calcoli del Fondo Monetario Internazionale, il debito italiano è aumentato in maniera considerevole nell’ultimo anno: dal 134,6% del Pil del 2019 al 157,5% del 2020. E nel 2021 è destinato a salire ancora fino al 159,7%.
Una dinamica influenzata principalmente dalle conseguenze della pandemia che hanno costretto diversi governi, compreso quello italiano, a sostenere numerosi settori dell’economia nazionale facendo ricorso a un maggior deficit. Una scelta quasi obbligata che si innesta su una situazione già poco sostenibile dal momento che alla fine del 2019, prima dello scoppio della pandemia, il debito pubblico italiano aveva comunque raggiunto la vetta dei 2.400 miliardi di euro.
Gli ultimi dati di Bankitalia, relativi al mese di novembre, descrivono una situazione invariata mese su mese, anche se a ottobre si era verificato un aumento rispetto a settembre, che ha portato la cifra totale a 2.587 miliardi di euro. Rispetto a novembre del 2019 il debito è cresciuto di oltre 140 miliardi. Eppure gli economisti dell’Fmi non appaiono particolarmente preoccupati e anzi per il momento considerano tale livello “sostenibile”.
Questo nonostante lo scoppio della crisi di governo. A Washington forse si sono rincuorati osservando lo spread Btp/Bund che nell’ultima settimana non ha conosciuto particolari allargamenti. A pesare maggiormente nel giudizio delle istituzioni finanziarie sono le garanzie fornite dalla politica monetaria della BCE e la prospettiva dell’arrivo per l’Italia dei 209 miliardi di euro del Recovery Fund, i cui progetti tuttavia devono ancora essere definiti chiaramente. L’Fmi prevede inoltre una crescita del 3% nel 2021 per l’Italia e del 3,6% nel 2022.
Considerando il breve periodo, gli ultimi dati relativi al Pil del 4* trimestre hanno superato le aspettative ma ciononostante gli economisti stimano un calo per il primo trimestre 2021. Nell’ultimo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo tedesco è aumentato dell’0,1% t/t, mentre quello francese si è contratto dell’1,3% a fronte di un consenso che prevedeva -4,1%.
La Spagna è quella con i risultati migliori dal momento che a fronte di una contrazione stimata pari all’1,9%, il Pil è cresciuto dello 0,4%. Troppo poco comunque per generare ottimismo dal momento che, soprattutto in Germania, pesano ancora le restrizioni dovute al covid.
Simone Fausti