Parecchi endorsement dal mondo accademico ed economico. Nessuno rimpiange Conte. Ma chi sosterrà Draghi?
In Italia arriva Mario Draghi e l’epilogo della crisi di Governo viene accolto a Milano con entusiasmo. Sembra che nessuno rimpianga il Conte 2.
Di sicuro, la stima nutrita nei confronti dell’ex governatore della Banca Centrale Europea è molto diffusa. Ad esempio il presidente della Conferenza nazionale dei rettori Ferruccio Resta, che è anche rettore del Politecnico di Milano, ha risposto, a chi gli aveva chiesto un parere, che sarebbe onorato di contribuire all’esecutivo guidato da Mario Draghi,: “Sarei onorato soltanto di ricevere una telefonata e cercherei di dare il mio contributo in qualunque forma lo richiedano”.
Un certo ottimismo si respira anche nel mondo delle imprese. Un endorsment al neo-incaricato è pervenuto da Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, che tramite una nota, ha dichiarato: “La caratura e lo spessore di Draghi sono il marchio distintivo di un italiano che nel nostro Paese, in Europa e nel mondo ha saputo raccogliere un grande prestigio”.
Silente è il Sindaco di Milano Beppe Sala, ma nei mesi scorsi il primo cittadino non aveva nascosto apprezzamenti nei confronti del super banchiere: “Draghi è una persona di grandissimo valore e standing internazionale, abituata a confrontarsi con situazioni di grande complessità. Sono tra quelli che ritengono che Draghi in qualche forma debba e possa scendere in campo”. Il 15 maggio Sala lo definì “un fuoriclasse”.
Resta da capire se e come il governo si formerà. Fiducia certa dal Pd e Italia Viva.
Nel centro-destra si hanno sensibilità diverse, con Forza Italia molto tentata a prendere parte all’esecutivo (Draghi fu nominato governatore della Bce su pressing di Berlusconi in sede europea), mentre la Lega e Fdi sono scettici. Tuttavia Giorgia Meloni ha mostrato una lieve apertura, proponendo una “astensione congiunta di tutto il centro-destra”.
Il vero mistero è nei 5 stelle, partito attualmente senza una guida formale. Nel Movimento ci sono posizioni contrastanti. Da alcuni retroscena emerge che Giuseppe Conte, starebbe esercitando una certa influenza sui grillini per convincerli a non sostenere Draghi. Qualche mese fa, intervistato da Marco Travaglio, l’ex premier disse che l’ex governatore della Bce sarebbe stato “stanco”, quindi non disponibile per un incarico.
Andrea Curcio