Viviamo in un mondo estremamente complesso che viaggia a velocità digitale. Il mercato e la tecnologia vengono progressivamente globalizzati.
Un nuovo tipo di terrorismo – con conseguenze mondiali potenzialmente devastanti- sta incutendo timore nel cuore di quasi tutti noi. Intere comunità stanno vivendo un momento di confusione e di sbandamento dai valori.
Le famiglie sono sottoposte a stress come mai prima d’ora. La nostra mente, la capacità di pensare, è il potere che ci rende all’altezza della sfida. Quando viene trascurata, anche il corpo ne risente. Come dice qualcuno “Se pensi che l’istruzione sia costosa, prova l’ignoranza”.
L’imperativo morale della vita è crescere o morire. Metà della durata di molte professioni corrisponde a pochi anni. Se trasferiamo la responsabilità del nostro sviluppo mentale all’azienda per cui lavoriamo, diventiamo sempre più codipendenti e forse professionalmente antiquati. Riduciamo la nostra capacità di guadagno e possiamo anche perdere il posto di lavoro. Il corpo si indebolisce più rapidamente, moriamo prima.
Qual è l’impatto sul nostro cuore, sulle relazioni, quando trascuriamo la mente e il suo sviluppo costante? Siamo governati sempre più dall’ignoranza, dal pregiudizio, dagli stereotipi e dalle etichette. Ciò può portare a pensare in modo provinciale, perfino al narcisismo e alla paranoia; il nostro modo di vedere tutta la vita diventa miope, ristretto e egocentrico.
Qual è l’impatto sullo spirito quando smettiamo d’imparare?
La coscienza prima si intorpidisce, poi si offusca e alla fine resta muta, perché altrimenti ci direbbe sempre d’imparare e di crescere.
Perdiamo la visione della vita e la forza di lottare per trovare la nostra voce (essenza), le due fonti primarie di passione (di vita).
Troviamo i classici della nostra cultura noiosi e privi di spunti d’ispirazione, perfino irrilevanti.
Palmerino D’alesio
p.dalesio@structogramitalia.net