Gli istituti tecnici sono una valida alternativa ai licei?
La domanda di lavoro delle aziende è superiore all’offerta. L’Italia è un paese disallineato nell’incrocio tra domanda e offerta? C’è la necessità di potenziare servizio di orientamento.
All’istituto tecnico-economico Cremona-Zappa, in Viale Marche a Milano, il 50% dei diplomati prosegue gli studi all’Università, mentre la restante metà trova subito lavoro. Lo afferma la preside dell’Istituto Bruna Baggio, la quale peraltro rivela che la domanda di lavoro da parte delle aziende supera l’offerta di lavoro.
Anche all’istituto Feltrinelli, sede di un liceo scientifico e di vari indirizzi tecnici, si avverte la stessa tendenza. In particolare, gli studi maggiormente ricercati dalle aziende sono quelli del chimico e del meccanico-meccatronici. La dirigente scolastica, Maria Rita Donadei, conferma questo andamento dichiarando: “I sistemi produttivi nei loro processi utilizzano componenti elettroniche integrate a sistemi meccanici e informatici con una attenzione agli impatti ambientali finalizzati alla prevenzione, “cura” e conservazione dell’ambiente. Ecco quindi la necessità di avere figure professionali preparate nel settore”.
Stessa situazione si riscontra al Cattaneo di Piazza Vetra, dove il 30% dei diplomati, che sceglie di inserirsi sin da subito nel mercato del lavoro, trova quasi per la totalità un’occupazione in tempi brevi.
“Le aziende ci chiamano spesso per chiedere contatti di ex studenti – spiega la preside Maria Rizzuto – ma al momento tutti quelli che non hanno proseguito gli studi hanno già un lavoro da tempo.”.
Esiste un tema di rilancio degli istituti tecnici e professionali, che da molti anni sono in contro-tendenza rispetto ai licei. La verità è che questi indirizzi rappresentano un’alternativa valida e non di Serie B rispetto agli studi umanistici o scientifici. Lo dimostrano questi dati.
Quello che serve è un vero servizio di orientamento rivolto agli studenti nella fase di scelta del proprio futuro formativo e professionale, che oggi è invece molto carente.
L’Italia si colloca tra i paesi europei peggiormente disallineati da questo punto di vista, cioè nella capacità di far incontrare domanda ed offerta di lavoro.
Andrea Curcio