Il testo del Dl Sostegno sarà pronto nei prossimi giorni e una quota delle risorse andrà a rifinanziare il Reddito di cittadinanza. Mentre per le risorse del Recovery Fund bisognerà aspettare fine estate, anche se c’è la possibilità di chiedere un pre-finanziamento.
Secondo le ultime indiscrezioni, nel Dl Sostegno ci sarebbe un rifinanziamento del Reddito di cittadinanza dell’entità di un miliardo di euro. Una misura la cui efficacia era stata messa in dubbio negli ultimi mesi dai dati Anpal ma che fin dalla sua origine è diventato uno dei cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle.
Il Dl Sostegno dovrebbe avere in dote quasi dieci miliardi per aiutare un’ampia platea di realtà su cui ancora grava il peso del covid. Tuttavia il governo sarebbe intenzionato a cambiare il meccanismo di calcolo dei contributi che non sarebbe più su base mensile ma su base annuale, con l’intento di realizzare interventi più calibrati.
Nel frattempo ieri si è tenuta l’audizione del ministro dell’Economia, Daniele Franco, davanti alle Commissioni congiunte Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Camera e Senato. In questa occasione l’inquilino del Mef ha aggiornato le commissioni in merito al Pnrr le cui risorse saranno disponibili alla fine dell’estate ma con la possibilità di ottenere un pre-finanziamento pari al 13% del totale.
Secondo le ultime stime, inoltre, l’Italia otterrà dal Recovery Fund circa 191,5 miliardi di euro al posto dei precedenti 196, a causa del fatto che “nella finalizzazione del piano – ha spiegato il ministro – occorrerà prendere in considerazione i dati economici più aggiornati che tengono conto del fatto che il regolamento europeo emanato a febbraio prende in riferimento il reddito nazionale lordo del 2019”. Tali cifre tuttavia rischiano di essere soggette a ulteriore variabilità dal momento che solo il 70% dei trasferimenti è allocato in base a parametri già noti.
L’ex direttore della Banca d’Italia ha annunciato in oltre che, per quanto la riforma fiscale rimanga una priorità dell’attuale governo, questa non sarà compresa nel Pnrr. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza inoltre sembra strutturarsi in maniera più chiara anche per quanto riguarda la governance. L’esecutivo infatti ha preso in considerazione l’idea di costituire una struttura centrale di coordinamento presso il Mef con l’obiettivo di supervisionare l’attuazione del piano, mentre la responsabilità dei singoli progetti sarà in capo di singoli ministeri.
Simone Fausti