Ritrovo in Piazza del Popolo per le partite Iva che chiedono un cambio di rotta e maggiore equilibrio nelle misure adottate da Roma.
A un anno dalle prime restrizioni anti covid, le partite Iva hanno indetto uno sciopero. L’appuntamento è per oggi dalle ore 10 in Piazza del Popolo a Roma: un’iniziativa lanciata dall’associazione Partite Iva Insieme per Cambiare che ha trovato l’adesione anche di Conflavoro, Confsal, Fipe/Silb.
La richiesta è quella di un equilibrio “fra esigenza sanitaria e salvaguardia del diritto al lavoro”. Per questo motivo viene domandato al governo l’avvio di un tavolo di concertazione per fare dei progressi sulla dinamica delle continue aperture e chiusure. Come sottolineato dai promotori, “l’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di partite Iva, ben 4,6 milioni di lavoratori autonomi” i quali sono oggetto di un carico fiscale gravoso. Da qui la richiesta al governo Draghi “di essere ascoltati e di avviare un percorso immediato di sostegno al lavoro che includa anche una pace fiscale”. Tra la varie proposte avanzate c’è la detassazione totale degli utili reinvestiti e soprattutto una maggiore tutela del lavoro autonomo con l’obiettivo di ottenere “pari dignità al lavoro dipendente”.
Delle richieste dettate anche dall’incertezza nel breve termine dal momento che ancora non è chiaro l’entità delle restrizioni in arrivo né i tempi del nuovo Dl Sostegno. Nel frattempo le statistiche di bilancio dell’anno covid delineano una situazione drammatica. Secondo una nota di Confesercenti, nonostante i ristori, negli ultimi 12 mesi il prezzo pagato dai lavoratori indipendenti ammonta a 125 milioni di euro di reddito bruciati al giorno. Complessivamente si parla di un crollo di 45 miliardi di euro.
Una strage che ha colpito duramente l’occupazione indipendente, come ricordato dalla presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise: “In 12 mesi abbiamo visto sparire 269mila autonomi, record in Europa, licenziati da una crisi che non sembra avere fine e che certo non è stata compensata dai ristori erogati fino ad ora, dall’importo medio di poco più di 3mila euro ciascuno”.
Come fare per cambiare direzione? Se nel medio periodo l’unica soluzione rimane l’implementazione del piano vaccinale, c’è una certa aspettativa per il decreto Sostegno in arrivo tra pochi giorni. La speranza è quella di evitare di ripercorrere la strada del governo Conte e cominciare a gettare le basi per una riforma complessiva del sistema-paese, a partire da un utilizzo più efficiente delle limitate risorse. “L’abbiamo sottolineato più volte – ricorda De Luise- Il cashback e la lotteria dello scontrino valgono quasi 5 miliardi. Risorse che potrebbero finanziare una nuova tranche di sostegni per circa 1,5 milioni di imprese”.
Simone Fausti