Oggi attesa la decisione del governo sulle nuove misure restrittive per contenere i contagi.
Questa settimana si sono susseguite una serie di riunioni tra le quali il Consiglio dei ministri, il confronto con il Cts, la Conferenza Unificata Stato-Regioni, il cui scopo è stato capire come agire contro la diffusione del contagio da covid. Ieri il bollettino giornaliero ha registrato un aumento sia del numero di contagiati che delle vittime. Tutto sembra indicare l’arrivo di un vero e proprio lockdown primaverile. Anche se nelle ultime settimane si parlava di restrizioni differenziate e il governo sembra ancora convinto di poter gestire in maniera eterogenea la situazione covid a seconda del livello di gravità nelle varie zone del Paese.
Eppure il criterio proposto dagli scienziati secondo cui con 250 casi ogni 100mila abitanti le regioni passano direttamente in zona rossa, lascia poco scampo: con i numeri odierni, la maggior parte dell’Italia sarà costretta a una chiusura totale. A Pasqua inoltre rischia di ripetersi ciò che è successo con le vacanze natalizie: spostamenti vietati dalla vigilia a lunedì dell’Angelo compreso. Mentre per chi rimane in zona gialla probabilmente si ritroverà nei weekend in “situazione rossa”, con bar e ristoranti chiusi per evitare assembramenti.
Nel governo al momento si confrontano una linea più rigorista, composta da Pd, M5s e Leu e una maggiormente contraria a misure nazionali generalizzate di cui fanno parte Forza Italia, Lega e in parte anche Italia Viva. L’avanzare del contagio tra i più giovani inoltre rischia di portare alla chiusura delle scuole superiori anche nelle zone arancioni, costringendo le classi a ricorrere alla didattica a distanza. Al vaglio anche la chiusura dei parchi mentre ormai è molto probabile che slitterà la riapertura dei musei prevista per il 27 marzo.
Al momento gli sforzi dell’esecutivo sul fronte delle vaccinazioni non stanno dando i risultati sperati. L’Italia procede a rilento anche se nell’ultimo periodo sono emerse diversi suggerimenti per velocizzare il processo di inoculazione delle dosi. Conftrasporto per esempio si è detta disponibile ad avviare le somministrazioni in azienda: “Il coinvolgimento delle imprese dell`autotrasporto nel piano vaccinale è di vitale importanza – ha spiegato il presidente Paolo Uggè – Per questo motivo chiediamo al Governo e alle Regioni di dare la possibilità alle imprese di attivarsi con un medico del lavoro o per altri meccanismi concordati con le strutture sanitarie locali per effettuare le vaccinazioni direttamente nelle sedi delle imprese, una volta che ci saranno dosi a disposizione”.
Simone Fausti