Il testo è atteso oggi in Consiglio dei Ministri: 3000 euro per le partite Iva
Oggi il Dl Sostegni dovrebbe approdare in Cdm. Un decreto la cui gestazione è durata più del previsto anche a causa del tentativo dell’esecutivo di sfoltire il testo per evitare di produrre un documento da centinaia di pagine. Tale decreto si basa su cinque punti fondamentali: sostegno alle imprese e all’economia, lavoro e contrasto alla povertà, salute e sicurezza, sostegno agli enti territoriali, proposte specifiche dei Ministeri. Tra le novità del Dl Sostegni è prevista l’entrata dei professionisti nella platea dei beneficiari dei nuovi aiuti all’economia.
Il meccanismo di contributi dovrebbe coinvolgere circa tre milioni di attività economiche che hanno un fatturato 2019 fino a 10 milioni e la cui perdita del volume di affari nel 2020 è di almeno il 33%. Secondo i calcoli di Palazzo Chigi, negli aiuti dovrebbero rientrate anche 800mila professionisti tra architetti, avvocati, commercialisti etc. L’entità dei sostegni dovrebbe variare da un minimo di 1000 euro per le persone fisiche, a 3000 euro per le partite Iva e fino a un tetto massimo di 150mila euro per le imprese. Come riportato dal Corriere della Sera, la suddivisione pensata dal governo dovrebbe prevedere un indennizzo del 60% per le imprese fino a 100mila euro, 50% per quelle tra 100mila e 400mila euro, 40% tra 400mila e un milione, 30% tra uno e cinque milioni e infine 20% tra 5 e 10 milioni.
Ciononostante, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa ha suonato l’allarme. In una nota la Cna sollecita l’esecutivo a una “netta discontinuità sui criteri, le risorse e la tempistica per l’erogazione dei contributi a fondo perdute alle imprese, previsti nel prossimo decreto Sostegni”. La paura dell’associazione è che “senza una profonda revisione del meccanismo, meno di un quarto delle imprese che hanno subito riduzioni del fatturato nel 2020, potrà accedere ai benefici con un importo medio inferiore ai mille euro”. Il governo qualcosa ha cambiato rispetto all’impostazione precedente, ma la Cna ritiene che, oltre al superamento dei codici Ateco, è fondamentale fare riferimento a due criteri per assicurare equità nei contributi: “Eliminare la rigidità della soglia della flessione del fatturato superiore al 33% e ampliare il periodo di riferimento ben oltre la media di un singolo mese”.
Secondo alcune simulazioni effettuate dal centro studi del Cna in merito alla contabilità di 12mila imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro, è emerso che nel 2020 l’81,2% delle imprese ha registrato diminuzioni del giro d’affari ma solo un’impresa su quattro ha accusato una perdita superiore al 33% rispetto all’anno precedente.
Nel frattempo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si sono impegnati a superare il monocameralismo “di fatto” che ha caratterizzato il processo di approvazione dei decreti di aiuto all’economia fin dall’inizio della pandemia. Nel 2020 infatti, si era istituzionalizzato un meccanismo per cui una sola Camera interveniva modificando i testi dei decreti e prendendosi tutti i 60 giorni di tempo a disposizione per la conversione, mentre l’altra non poteva che ratificare il testo a causa di mancanza di tempo. Da qui l’esigenza di garantire “due letture piene” in Parlamento per quanto riguarda il Dl Sostegni: per le eventuali modifiche di Camera e Senato sono stati messi a disposizione 500 milioni di euro.
Simone Fausti