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    Dl Sostegni: non si è fatto abbastanza

    La protesta degli agenti di commercio sull’esiguo ammontare di risorse dedicato al sostegno dell’economia.

     

    Il Dl Sostegni ha stanziato 32 miliardi di euro per far fronte alle difficoltà economiche in cui versa l’Italia. Un intervento ritenuto insufficiente da parte di Fnaarc, la Federazione nazionale degli agenti di commercio.

    Secondo l’associazione facente parte di Confcommercio, tali risorse sono del tutto insufficienti per compensare le perdite subite dalle imprese e dagli operatori economici e per far ripartire il sistema. “Noi non siamo soddisfatti, ci aspettavamo di più. Invece l’effettivo ristoro a cui si potrà accedere sarà misero” afferma Alberto Petranzan, presidente di Fnaarc. Gli fa eco il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il quale in un’intervista al Corriere della Sera ha sottolineato come “i soggetti interessati al Dl Sostegni alla fine sono circa tre milioni. In questo modo l’indennizzo medio è di circa 3.700 euro. Non ci siamo. Il rischio è la chiusura di circa 300mila imprese del terziario e circa 200mila partite Iva. Servono indennizzi più adeguati, più inclusivi e più tempestivi”.

    Gli agenti di commercio risultano particolarmente colpiti da quando è cominciata la pandemia anche per l’impossibilità sperimentata da molto di loro nel 2020 (come altre categorie) nell’accedere ai ristori a causa della loro impostazione. Con il nuovo Dl Sostegni è stato fatto qualche passo avanti: dal superamento dei codici Ateco all’estensione del periodo di riferimento per il calcolo delle perdite. Ma ciò non basta. Fnaarc chiede al governo un rafforzamento delle risorse per dare maggiori prospettive future oltre alla riapertura del tavolo di lavoro iniziato con il precedente esecutivo.

    Lo scopo del tavolo di lavoro è avviare un dialogo diretto con le istituzioni al fine di conoscere meglio le istanze, le peculiarità e le problematiche vissute dagli agenti e rappresentanti di commercio i quali, ricorda Petranzan, rappresentano “uno dei motori principali della piccola e media impresa italiana: con la loro attività possono contribuire in maniera concreta alla ripresa dei consumi”.

    Simone Fausti

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