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    Italia: quando tornerà a crescere l’economia?

    Primo trimestre in calo, secondo in risalita e accelerazione nella seconda metà dell’anno per il ministro dell’Economia Daniele Franco. Ma ci sono una serie di variabili con cui fare i conti.

     

     

    Si avvicina Pasqua e tutto il Paese tra meno di una settimana si ritroverà in zona rossa, nessuna regione esclusa. Se ormai è certo che nel primo trimestre del 2021 il Pil italiano subirà una contrazione, tuttavia, secondo il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel secondo trimestre dovrebbe cominciare la ripresa che dovrebbe consolidarsi e accelerare nella seconda metà dell’anno. Queste le previsioni dell’inquilino del Mef enunciate durante un webinar organizzato da Bloomberg.

     

    Proiezioni che si basano su una serie di fattori. Anzitutto l’imperativo di imprimere una forte spinta alla campagna vaccinale per raggiungere l’agognato obiettivo di mezzo milioni di somministrazioni al giorno così da avere la maggior parte degli italiani vaccinati entro la fine dell’estate. Entro Pasqua dovrebbero arrivare in Italia quasi 3 milioni di dosi di vaccino anti-covid: un quantitativo superiore a quanto consegnato tra gennaio e febbraio. Una mossa che, secondo il Commissario straordinario per l’emergenza covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, segna finalmente un cambio di passo.

     

    In secondo luogo conterà l’entità delle riaperture. Tutti infatti si fanno la stessa domanda: questa estate sarà come la scorsa? Nel 2020, durante i mesi estivi, le attività hanno potuto riprendere nella quasi totale normalità. Un interrogativo che ancora non ha risposta ma da cui dipende buona parte della ripresa economica del Paese se si considera che i soli flussi turistici interni valgono circa il 13% del Pil annuale. Complessivamente, secondo l’agenzia di rating Moody’s Analytics, nel 2021 il prodotto interno lordo italiano crescerà del 3,7% dopo un crollo dell’8,9%.

     

    Poi c’è Dl Sostegni, finanziato da uno scostamento di 32 miliardi di euro. Mentre gli operatori economici aspettano l’arrivo degli aiuti statali, l’esecutivo progetta già il prossimo scostamento che dovrebbe aggirarsi sui 15-20 miliardi. Secondo quando riportato dal ministro dell’Economia, il governo punta a togliere gradualmente le misure di sostegno verso la fine del 2021. Infine il Pnrr che sarà inviato a Bruxelles ad aprile. Un’opportunità importante che tuttavia si scontra con alcuni ostacoli endemici dell’Italia, ricordati dallo stesso Draghi la scorsa settimana in occasione di un evento sul Mezzogiorno. Per ridare slancio al Sud, infatti, il premier conta sui fondi europei ma ha messo allerta sull’incapacità storica dell’Italia di utilizzare efficacemente le risorse comunitarie: “Dei 47,3 miliardi del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione programmati per il 2014-2020, alla fine dell’anno scorso erano stati spesi poco più di 3 miliardi: il 6,7%”. Stesso discorso sul versante delle opere pubbliche: “Nel 2017 in Italia sono state avviate ma non completate 647 opere pubbliche – ha ricordato Draghi – Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi”.

     

     

    Simone Fausti

     

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