Nasce Piemonte World Food Capital per nuove opportunità di investimento nell’ambito del food
Il cibo e il Piemonte sono da sempre indissolubilmente legati, ma in questo caso il binomio promette di diventare ancora più forte, puntando a una leadership internazionale legata anche a ricerca, sviluppo e agricoltura. L’obiettivo del comitato promotore di ‘Torino-Piemonte World Food Capital’ è chiaro: far diventare il Piemonte una ‘Food Valley’. Sono serviti sette anni di ricerca, ma ora è tutto pronto e i prossimi step sono quelli di pensare in grande e con ambizione e programmare la nascita di una Fondazione, che sarà presieduta dal medico nutrizionista Federico Francesco Ferrero, vincitore del talent Masterchef nel 2014. In una fase iniziale si lavorerà sulla mappatura di 8 ambiti: formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità; in seguito ci saranno invece tavoli di lavoro per la “progettazione partecipata”.
Attualmente è in corso una petizione su Change.org diretta ad Alberto Cirio, alla sindaca Appendino e ad alcuni altri decisori: «Ci sono stati momenti migliori, ma noi Piemontesi sappiamo essere ambiziosi.Abbiamo unito l’Italia e siamo stati la Capitale dell’industria dell’auto. Abbiamo creato innovazione in ogni settore e siamo stati i primi a credere nell’importanza del cibo come motore di sviluppo, di tutela del territorio, delle tradizioni, della salute. Da secoli il cibo è il motore del Piemonte: vini, carni, formaggi, dolci, prodotti agricoli tradizionali e grande gastronomia. Ma non solo. Abbiamo fondato le più importanti aziende alimentari del Paese, inventato Slow Food e i nostri vigneti sono stati i primi a essere riconosciuti patrimonio dell’umanità e le nostre università si sono specializzate sul food».
La petizione prosegue con alcuni numeri: «In Piemonte 50.600 aziende agricole e 64.000 occupati coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico. Il 7% delle imprese agroalimentari italiane è in Piemonte. Sono 11 mila i negozi alimentari e 35 mila gli addetti e 28 mila i bar e ristoranti, che impiegano 103 mila persone. In regione sono presenti 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia. Le università del Piemonte offrono 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 Master dedicati al food e hanno prodotto, insieme ai centri di ricerca oltre 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. In Piemonte è stata fondata la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo. La nostra regione ospita 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali e 6 musei dedicati. E il solo Salone del Gusto ha avuto 220.000 visitatori».
E infine le conclusioni: «Oggi serve una nuova visione per il Piemonte: dobbiamo mettere a sistema tutte le attività che gravitano attorno al food perché i nostri figli possano immaginare qui il proprio futuro e per tutti i giovani che qui decideranno di vivere, di studiare, di realizzarsi. Rimbocchiamoci le maniche, trasformiamo una situazione di difficoltà in una grande occasione di rilancio per la nostra terra e utilizziamo il nostro primato per riconvertire il Piemonte in una vera e propria Food Valley».
La richiesta guarda infatti al futuro di una regione, il Piemonte, in cui il food genera ogni anno 8 miliardi di euro per l’Italia, per creare nuove opportunità di investimento, ottimizzare la filiera e favorire le imprese, garantendo al tempo stesso la salvaguardia della biodiversità agricola e delle eccellenze artigianali alimentari e continuando a proteggere l’ambiente.