Assegno unico: ecco gli importi che si potranno ottenere
La Fondazione studi consulenti del lavoro ha elaborato delle previsioni sugli importi che si potranno ottenere con l0assegno unico in partenza dal primo luglio.
Dal primo luglio dovrebbe arrivare l’assegno unico universale, una misura il cui scopo è quello di unificare e potenziare i contributi esistenti a sostegno delle famiglie con figli a carico. Un contributo che dipenderà dalla situazione economica dei vari richiedenti secondo l’indicatore Isee e che dovrebbe avere una componente fissa. Nel frattempo uno studio della Fondazione studi consulenti del lavoro ha elaborato delle stime su quanto potrebbero ottenere diverse famiglie.
L’assegno verrà assicurato per ogni figlio minorenne e per ogni nascituro dal settimo mese di gravidanza fino a un tetto massimo di 250 euro. Verrà riconosciuto sotto forma di credito d’imposta o erogazione diretta della somma dovuta. In particolare, l’assegno unico sostituirà le seguenti misure di sostegno: l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori, l’assegno di natalità, il premio alla nascita o all’adozione, il fondo di sostegno alla natalità. Gradualmente verranno soppresse alcune misure fiscali come le detrazioni Irpef per figli a carico e l’assegno per il nucleo familiare. In totale tali provvedimenti ammontano a circa 15 miliardi di euro annui.
Per quanto riguarda l’importo dell’assegno unico, questo non è ancora stato stabilito esattamente ma si delega al governo la determinazione della cifra in base alla risorse disponibili. In totale, per il 2021 le risorse disponibili dovrebbero ammontare a circa 19 miliardi, cifra che salirebbe a 21,6 miliardi per il 2019. Al momento l’Italia è sotto la media UE in termini di aiuti alle famiglie con figli. Nel 2017 l’Italia ha destinato l’1,1% del Pil a sostegno delle famiglie contro una media europea del 2,2%. Con l’assegno unico l’Italia aumenterebbe la sua quota di spesa pubblica destinata a tale ambito, arrivando circa all’1,5%.
Il calcolo dell’assegno dipenderà dall’Isee e l’importo base sarà soggetto a maggiorazioni in caso di figli successivi al secondo nonché per le madri con meno di 21 anni. La maggiorazione
dell’assegno dovrà essere prevista secondo un’aliquota non inferiore al 30% e non
superiore al 50% per ciascun figlio con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età inferiore a 21 anni. Secondo l’Istat la riforma dell’assegno unico determinerebbe un incremento di reddito per il 68% delle famiglie. Per ben il 29,7% si avrebbe invece un peggioramento a livello di aiuti, mentre per il 2,4% dei genitori non cambierebbe nulla.
Secondo le simulazioni della Fondazione studi consulenti del lavoro, ecco quanto si potrà ottenere. La previsione prevede l’universalismo dei beneficiari con un moderato grado di selettività: considera un importo dell’assegno costante pari a 1.930 euro all’anno (161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne e a 1.158 euro all’anno (97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne fino ad un livello di ISEE pari a 30.000 euro (oltre alle maggiorazioni). A partire dai 30.000 euro di ISEE il valore dell’assegno decresce in modo non lineare sino a 52.000 euro, con una concavità verso il basso che tende a tutelare maggiormente i nuclei con ISEE meno elevato. Oltre 52.000 euro di ISEE l’assegno resta costante a 800 euro all’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro all’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne.
Simone Fausti