Recovery Plan: la quota maggiore alla transizione verde
La maggior parte delle risorse previste nel Pnrr sono destinate alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. Ieri il premier Draghi è intervenuto alla Camera sottolineando le ultime novità riguardo al superbonus.
Entro venerdì 30 aprile il governo deve inviare a Bruxelles il Recovery Plan il cui testo in questi giorni viene discusso alla Camera e al Senato. La parte più corposa di tale progetto riguarda quella che viene chiamata “rivoluzione verde”. O meglio, dei 191,5 miliardi di euro di cui si dota il Piano nazionale di ripresa e resilienza, 59,33 miliardi sono destinati al capitolo “verde”, la quota maggiore. A questi si aggiungono 9,3 miliardi del fondo complementare finanziato dallo scostamento di bilancio approvato a metà aprile. In totale dunque l’Italia potrà disporre di 68,6 miliardi di euro per i progetti “green”.
Nello specifico, tra le varie voci del Pnrr, la “missione 2” è quella dedicata alla “rivoluzione verde” e alla “transizione ecologica”. Gli obiettivi generali, così come sono definiti nel testo approvato in Cdm, prevedono la trasformazione del sistema italiano affinché diventi sostenibile nel lungo termine garantendone allo stesso tempo la competitività. Ciò significa rendere l’Italia “resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici” rafforzando le infrastrutture.
Nel testo si nota il tentativo dell’esecutivo di garantire una transizione verde che sia sostenibile anche economicamente. Per questo motivo il Pnrr fa esplicito riferimento alla necessità di sviluppare una “leadership internazionale industriale e tecnologica nelle principali filiere della transizione ecologica”, massimizzando i livelli occupazionali e contribuendo alla riduzione del divario tra le Regioni.
Tra le novità inserite all’ultimo minuto, ci sono 140 milioni per le comunità intelligenti e verdi nelle aree montane mentre 30 milioni saranno destinati alla voce “cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali”. Rivista al ribasso invece sia la quota di risorse destinate allo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile (dai 10,18 miliardi iniziali a 8,58 miliardi), che la quota per il rinnovo delle flotte dei bus, treni e navi verdi che dai 5,32 miliardi iniziali sono scesi a 3,64 miliardi. Un notevole incremento dell’ultimo minuto riguarda la voce ecobonus e sismabonus fino al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici” collegato al superbonus, che passa da 10,26 miliardi a 13,81 miliardi.
Ieri il premier Draghi è intervenuto alla Camera dei Deputati sottolineando come la “rivoluzione verde” sia particolarmente importante per l’Italia perché più esposta di altri Paesi ai rischi climatici. Il presidente del Consiglio ha speso anche qualche parola sul superbonus, dopo che negli scorsi giorni la mancata proroga di questa misura aveva scaldato gli animi di alcuni membri della maggioranza: “Per il Superbonus al 110 per cento – ha spiegato Draghi – sono previsti, tra PNRR e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio”. Il capo dell’esecutivo ha evidenziato come tale misura sia finanziata fino alla fine del 2022 con estensione al giugno 2023 ma “solo per le case popolari (Iacp)”, affermando come tale iniziativa sia “un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l’ambiente”.
Simone Fausti