Pnrr: 7 miliardi al lavoro
Pnrr: le priorità del ministro Orlando e lo smartworking per la Pa
Il Recovery Plan appena approvato in Parlamento prevede circa 7 miliardi di euro che, secondo quanto riportato dal ministro Orlando al Festival del Lavoro, “andranno a sostenere le politiche attive del lavoro, la formazione e il potenziamento della rete territoriale”. Il Recovery Fund rappresenta un evento eccezionale con cui l’Unione Europea spera di ricostruire le proprie comunità sfibrate dal covid, compreso il mondo del lavoro.
I 7 miliardi di euro del Pnrr destinati a tale ambito da parte dell’esecutivo Draghi, sono stati definiti “un importante investimento specifico, il più importante del dopoguerra sulle politiche attive del lavoro” da parte di Orlando. Eppure il governo è consapevole che ciò non basta. Sia l’Europa che Draghi hanno insistito affinché tali investimenti siano accompagnati da profonde riforme che permettano all’Italia di cambiare marcia in quei settori dove arranca maggiormente; e il lavoro è uno di questi.
Per questo motivo il ministro Orlando, il quale sta conducendo incontri bilaterali con diversi assessori regionali, ha chiesto un’importante accelerazione sui centri per l’impiego dal momento che “a fronte di uno stanziamento importante che nel 2019 prevedeva la possibilità di assumere 11mila persone all’interno dei centri per l’impiego, adesso siamo a poche centinaia. Questo francamente è abbastanza desolante”. Il ministro ha anche annunciato che in tempi brevi verrà redatto un piano nazionale di lotta al lavoro sommerso.
Sul breve termine, il governo sta valutando una nuova proroga per allungare al 30 settembre il consenso al lavoro agile per i dipendenti della Pubblica amministrazione, senza il bisogno del preventivo accordo individuale. Stessa ipotesi per il settore privato. Allo stesso tempo, per il periodo post pandemico, è al vaglio di Palazzo Chigi la cancellazione delle soglie minime che in base alla precedente normativa imporrebbero a tutte le Pa di garantire il diritto al lavoro agile almeno al 50% dei dipendenti impegnati in attività che non impongano la presenza. L’obiettivo di Roma non è di richiamare tutti in ufficio, quanto di concedere alle diverse realtà locali di organizzarsi in autonomia.
Simone Fausti