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    PizzaAut: apre il primo ristorante gestito da ragazzi autistici

    PizzaAut: apre il primo ristorante gestito da ragazzi autistici
    Un unicum nel panorama italiano, inaugurato in presenza del presidente Casellati
    Il primo maggio è stato aperto il primo ristorante d’Italia gestito da ragazzi autistici. Si chiama PizzaAut e si trova a Cassina de’ Pecchi, un comune della città metropolitana di Milano. Un’impresa che, giustamente, ha fatto il giro dei quotidiani dal momento che, nonostante le vaccinazioni in corso, avviare un’attività economica nel 2021 non è cosa semplice e farlo oltrepassando una barriera come quella dell’autismo rende l’operazione ancora più degna di essere raccontata.
    PizzaAut, il cui nome si richiama alla famosa catena statunitense Pizza Hut, è un laboratorio di inclusione sociale che vuole e allo stesso tempo anche un modello che offre lavoro, formazione e dignità alle persone autistiche. Il promotore di tale iniziativa è Nico Acampora e questo progetto ha finito per coinvolgere diversi esponenti della società civile italiana. La pizzeria infatti doveva nascere ben prima di sabato scorso, ma la pandemia ha bloccato tutto. Questo non ha scoraggiato né Acampora né i suoi ragazzi i quali hanno deciso di mettere su un truck-food da cui sfornare le pizze e che poco tempo fa è stato visitato da Stefano Belisari, in arte Elio, il cantante del gruppo italiano “Elio e le storie tese”. Nei mesi scorsi sono stati coinvolti anche altri personaggi come Alessandro Borghese e Mara Maionchi.
    Il progetto convince anzitutto perché la pizza è buona e lo confermano i numerosi clienti che l’hanno provata. È così buona che valeva l’apertura di un locale. Ambizione che si è realizzata sabato scorso quando la pizzeria è stata inaugurata in presenza della presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati la quale ha descritto l’inaugurazione come un “momento emozionante e altamente simbolico, perché ci ricorda che il lavoro non è solo guadagno, è molto di più. Dà dignità, crea inclusione sociale, elimina le differenze”. Una scommessa vincente che si spera possa essere d’esempio dal momento che, come ricorda il loro sito, “in Italia ci sono 600mila persone con autismo e nessuno di loro è inserito nel mondo del lavoro. Noi pensiamo che un altro mondo sia possibile”.
    Simone Fausti

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