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    Colori regioni: al lavoro per cambiare i criteri

    Colori regioni: al lavoro per cambiare i criteri

    Cambiare i parametri per evitare di ri-chiudere durante l’estate. Governo e Regioni all’opera su nuovi criteri.

    Governo e Regioni sono all’opera per garantire le riaperture in sicurezza. Per il business turistico è fondamentale che la maggior parte delle regioni italiane non retrocedano nella scala di colori, soprattutto ora che quasi tutto il Paese è in zona gialla. Come assicurare che ciò non accada? Il progredire delle vaccinazioni rimane il primo strumento efficace nel limitare la diffusione del contagio e dunque evitare di tornare in zona rossa. Allo stesso tempo le istituzioni sono al lavoro per cambiare i parametri che decidono il colore delle varie regioni, così che sia più difficile tornare a un livello maggiore di restrizioni. Sul tavolo anche l’ipotesi di eliminare il sistema dei colori nel caso si consolidi il miglioramento della situazione epidemiologica.

    Al momento comunque i quattro colori (rosso, arancione, giallo e bianco) rimangono ma verranno legati primariamente all’incidenza dei casi. A ciò si aggiungerà anche il numero minimo di tamponi da realizzare che dovrà essere proporzionale ai quattro livelli. La zona rossa scatterebbe con oltre 250 casi di covid ogni 100mila abitanti e andrebbero fatti minimo 500 tamponi ogni 100mila abitanti. La zona arancione invece cade nel range 150-249 casi e il livello minimo di tamponi è la metà di quello rosso, 250. Si finisce in zona gialla se ci sono tra i 50 e i 149 casi e in questo caso si effettuano minimo 150 tamponi ogni 100mila abitanti. La zona bianca (fino a 49 casi) almeno 100 tamponi.

    Ma questi non sono gli unici elementi che verranno presi in considerazione. Da metà giugno si tornerebbe in zona rossa anche nel caso in cui il livello di occupazione dei posti letto di area medica ospedaliera è pari al 40% (30% per l’area intensiva). In caso di percentuale sotto il 20% per le rianimazioni e sotto il 30% per gli altri reparti, le regioni finirebbero in zona gialla, con l’arancione a metà tra le percentuali rosse e gialle.

    Nel frattempo l’altro ieri, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha affermato che già dalla prossima settimana il coprifuoco potrebbe essere spostato di un’ora “nella consapevolezza che pur non risolvendo nell’immediato le difficoltà delle attività economiche, rappresenterebbe un segnale di speranza e fiducia per famiglie e imprese, darebbe una prospettiva”.

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