L’emergenza Covid non frena la crescita del Gruppo CAP
La water utility della Città metropolitana di Milano chiude il 2020 con 344 milioni di euro di ricavi ed oltre 105 milioni di investimenti per lo sviluppo sostenibile del territorio.
L’emergenza Covid non frena la crescita del Gruppo CAP, l’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che chiude il 2020 decisamente in positivo e in controtendenza rispetto a numerose imprese vittime della crisi. I numeri del bilancio consolidato, recentemente presentato, parlano chiaro ed evidenziano la bontà della strategia adottata dalla prima azienda in-house italiana per patrimonio e tra le prime per abitanti serviti: ricavi che oltrepassano la soglia dei 344 milioni di euro, risultato netto d’esercizio di 18,56 milioni di euro, 86,14 milioni di Ebitda e oltre 105,33 milioni di investimenti destinati allo sviluppo sostenibile del territorio.
La strategia adottata nel 2019, attraverso un Piano di Sostenibilità fondato sui tre principi guida “Sensibili, Resilienti, Innovatori”, ha permesso alla water utility di contrastare l’impatto della crisi innescata dalla pandemia adottando misure tempestive a sostegno della comunità e degli stakeholder. Tra queste rientra lo stanziamento di 10 milioni di euro per sostenere tutti i Comuni gestiti e gli ospedali del territorio di competenza, lo snellimento delle procedure dei bandi di gara per facilitarne l’accesso e il posticipo delle scadenze delle bollette per cittadini ed imprese oltre che la possibilità di rateizzazione dei pagamenti.
Lo stesso piano ha inoltre consentito di rilanciare un vero e proprio “Green New Deal” della Città metropolitana di Milano, caratterizzato da nuovi investimenti strategici che attestano CAP come big player nello sviluppo dell’economia circolare in Lombardia capace integrare la gestione sostenibile dell’acqua con quella dei rifiuti, per incentivare il processo di decarbonizzazione alla base della rivoluzione verde e della transizione ecologica richiamata dal PNRR. “L’economia circolare è stata la leva su cui abbiamo puntato per rilanciare gli investimenti e tornare a crescere in un momento di incertezza e forte crisi come il 2020 – ha commentato Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP -. I nostri depuratori sono diventati fabbriche verdi, piattaforme integrate per la produzione di biocarburante ed energia pulita”.
Nel 2020 la water utility ha investito 34 milioni di euro in progetti dedicati all’economia circolare, tra cui spicca l’avvio di attività di produzione a regime di biogas e biometano a basso impatto ambientale che utilizzano rifiuti organici provenienti dall’industria agro-alimentare dell’hinterland milanese. Gli investimenti sul territorio fatti nel 2020 derivano da una gestione industriale integrata della risorsa idrica che impegna il 33% della tariffa nello sviluppo di infrastrutture e servizi sempre più automatizzati, nelle sfide dei progetti di economia circolare, ricerca scientifica, simbiosi industriale: “Un dato ben superiore alla media nazionale, che si attesta al 24% (secondo Blue Book 2019) – ha concluso Russo – da vedere alla luce di un percorso in continua evoluzione che guarda a obiettivi ambiziosi, come il recupero della maggior quantità possibile di energia e materia dalle attività produttive, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi prodotti dalla depurazione dell’acqua dell’87%”.
Micol Mulè