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    Coronavirus: la variante Delta minaccia le certezze dell’Europa?

    Coronavirus: la variante Delta minaccia le certezze dell’Europa?
    L’Italia ha da poco tirato un sospiro di sollievo con la decisione di aprire tutte le regioni in “zona bianca” ed eliminando l’obbligo della mascherina all’aperto, ma già nubi minacciose rischiano di ricreare uno stato d’allarme alla luce di notizie poco confortanti dall’estero.
    La variante Delta, di origine indiana, infatti, sta allertando gli esperti che parlano di una mutazione molto più contagiosa del Covid finora conosciuto e destinata a creare una nuova ondata di contagi worldwide, se è vero che in Gran Bretagna la crescita di contagi nelle scuole ha provocato un nuovo lockdown a quasi 20.000 studenti e in Russia stiamo assistendo ad un numero di decessi mai registrato dall’inizio della pandemia.
    Ne stanno prendendo atto i governi europei che ribadiscono la necessità di un coordinamento tra gli Stati membri e misure possibilmente omogenee e condivise.
    L’ormai incipiente stagione turistica potrebbe diventare un pericoloso fattore scatenante se non si corre ai ripari al più presto.
    Ma andiamo con ordine. Ad oggi, l’ingresso nei paesi europei è consentito a chi ha ricevuto uno dei quattro vaccini autorizzati da Ema, l’Agenzia del farmaco europea, vale a dire Pfizer, Moderna, AstraZeneca o Johnson & Johnson. Nei fatti, alcuni Stati consentono la circolazione anche a chi si è vaccinato con il russo Sputnik, non ancora validato da Ema e già utilizzato da Ungheria e consentito per la circolazione in Slovenia, Croazia e Cipro, tutte mete turistiche competitor del nostro Bel Paese.
    Anche Austria, Spagna e Grecia hanno acconsentito alla libera circolazione sui propri territori a seguito di vaccinazione con altri farmaci riconosciuti dall’Oms ma non ancora sdoganati dall’agenzia europea del farmaco.
    Va da sé che il denominatore comune sia da reperirsi in un mix di tutela della salute e leva economica, in particolare per quei Paesi che fanno del turismo una delle principali industrie nazionali.
    Non si discostano da questa chiave di lettura nemmeno le restrizioni per chi va e torna dalla Gran Bretagna: Italia e Germania impongono una quarantena rispettivamente di cinque e quindici giorni, ma negli altri paesi del bacino Mediterraneo come Portogallo, Spagna, Grecia e Cipro non prevedono nessun controllo né forme precauzionali di isolamento; mentre al ritorno a casa da questi Paesi i cittadini di Sua Maestà dovranno sottoposti ad isolamento domiciliare fino al secondo tampone negativo.
    La situazione, come si può notare, è decisamente “fluida” e tale lo sarà ancor di più in relazione all’andamento della curva dei contagi che rischia di farci tornare nell’incubo da cui psicologicamente cerchiamo di liberarci. Ragioni sanitarie contrapposte a ripresa economica e attrattività. Sarà forse questo il tormentone dell’estate 2021: a meno che l’Unione Europea non si decida a dettare regole e comportamenti uguali per tutti e improntati alla massima prudenza. Ne va della salute e soprattutto della possibilità di non fare anche quest’anno un passo avanti in estate per poi doverne fare due indietro alla ripresa delle attività.
    Pietro Broccanello

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