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    Tridico: reddito di cittadinanza “strumento potente”

    Tridico: reddito di cittadinanza “strumento potente”

    Il presidente dell’Inps ha esposto la Relazione Annuale 2021 alla Camera dei Deputati, elogiando la misura del reddito di cittadinanza.
    Pasquale Tridico non ha dubbi sull’importanza e la positività del reddito di cittadinanza quale strumento di contrasto al peggioramento delle condizioni di povertà osservato durante la pandemia. Il giudizio del presidente dell’Inps è arrivato ieri durante la presentazione del Rapporto Annuale 2021 dell’Istituto a Montecitorio durante il quale è emerso come il crollo dei contratti stagionali e a tempo determinato registrato nel corso del 2020 ha portato una contrazione delle entrate contributive pari a 11 miliardi di euro. Questo, combinato con l’aumento della spesa per integrazioni salariali, ha comportato un peggioramento del risultato finanziario dell’Inps che è passato da +6,6 miliardi di euro del 2019 a -7,1 miliardi di euro l’anno scorso.
    Le conseguenze del covid sono state pesanti dunque per l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale anche se alla Camera dei Deputati non sono passate inosservate altre dichiarazioni. Nel suo discorso, Tridico ha chiamato il reddito di cittadinanza un “potente strumento” di sostegno al reddito delle persone maggiormente in difficoltà che “ha contribuito a ridurre il rischio di tensioni sociali”. A queste affermazioni, il presidente dell’Inps ha fatto seguire l’esposizione di alcuni risultati: nel 2020 il reddito di cittadinanza ha interessato 3,7 milioni di persone, di cui il 64% al Sud, il 29% dei soggetti hanno età inferiore a 20 anni e il 33% hanno un’età compresa tra 20 e 40 anni. Tuttavia, due beneficiari su tre (quindi circa 2,4 milioni di individui) non sono presenti negli archivi Inps degli estratti conto contributivi negli anni 2018 e 2019, risultando dunque distanti dal mercato del lavoro e “forse non immediatamente rioccupabili”. Risulta difficile comunque dimenticare quella che potremmo definire “l’altra faccia della medaglia” rappresentata  dai cosiddetti “furbetti” che ricorrono al rdc e nel frattempo magari lavorano in nero, una dinamica osservabile periodicamente sui quotidiani nazionali.
    In generale, dallo scoppio della pandemia, l’Inps ha messo in atto una serie di interventi che hanno raggiunto circa 20 milioni di individui per una spesa complessiva di 44,5 miliardi di euro. Oltre al reddito di cittadinanza, l’istituto fa sapere che ad oggi hanno ricevuto misure per emergenza Covid: 4 milioni e 300mila lavoratori autonomi, professionisti, stagionali, agricoli, lavoratori del turismo e dello spettacolo; 6 milioni e 700mila lavoratori dipendenti beneficiari delle integrazioni salariali, che hanno ricevuto in totale oltre 32,7 milioni di pagamenti di indennità, per una spesa complessiva di 23,8 miliardi di euro; 210mila disoccupati che hanno fruito del prolungamento del trattamento di disoccupazione (NASpI); 515mila nuclei familiari ai quali è stata assicurata l’estensione dei congedi dal lavoro per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con le esigenze familiari e di cura; 850mila nuclei familiari che hanno fruito del bonus baby-sitting; 722mila famiglie con gravi difficoltà economiche alle quali è stato erogato il Reddito emergenziale; 216mila bonus per lavoratori domestici.

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