sabato, Novembre 23, 2024
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    SHAREWOOD, la sinergia come impegno sostenibile, come responsabilità sociale.

    SHAREWOOD, la sinergia come impegno sostenibile, come responsabilità sociale.
    Ho un appuntamento programmato. Sono in ufficio. La sede di Corefab. Chiara Marelli, la fondatrice, mi spiega che da lì a poco avrei conosciuto una persona molto brillante. Una nuova conoscenza. Mi fido. Eccola che arriva. Semplice, sorridente. Comunica anche in silenzio. Giulia Trombin, co-founder di Sharewood, appassionata di turismo. Appassionata di collaborazione e decisa a trasformare ciò in un lavoro. Bello, divertente e significativo. E allora conosciamola, leggendo attentamente quale sia la sua visione del mondo. E dove questa visione ha scelto di incontrare Corefab per una parte di cammino insieme.
    Vero Giulia?
    Vero, sono sempre pronta per nuove avventure.
    Esattamente chi sei? Cosa fai? E soprattutto perché lo fai al di là dello stipendio?
    Per dirla con le parole di uno dei miei cantanti preferiti “Sono una ragazza fortunata” perchè ho sempre avuto la libertà di scegliere.
    Una delle mie passioni più grandi è l’arte e il design per questo inizialmente avevo deciso di iscrivermi ad Architettura. Pochi giorni prima del suo inizio ho cambiato idea e, contro i pareri di famigliari e amici, mi sono iscritta alla Facoltà di Scienze della Comunicazione Politica e Sociale. Non ero ancora certa di che cosa avrei voluto fare da grande e una facoltà specialistica come Architettura mi dava l’idea di scelta definitiva.
    A pochi mesi dalla laurea Piercarlo, un caro amico conosciuto a Londra durante gli studi, mi chiamò per propormi di far parte di un progetto ambizioso: era l’Inizio di Sharewood.
    Non sapevo bene cosa significasse fondare una startup ma l’idea di lavorare per qualcosa che racchiudeva altre due grandi passioni, il viaggio e lo sport, in particolare lo sci alpino, mi bastò per convincermi a cambiare i miei piani per il futuro. I miei studi sarebbero dovuti continuare con un master all’estero, ma come ho sempre risposto alle obiezioni di mia mamma, terrorizzata dall’incertezza di quella scelta e dalla mia giovanissima età, tutti possono fare un master, pochi hanno l’opportunità di fondare una startup. Dopo molti sacrifici, resilienza, innumerevoli errori e grandi soddisfazioni posso dire di aver fatto la scelta migliore.
    Oggi sono COO, Chief Operating Officer, coordino il team assicurandomi che le linee guida strategiche vengano rispettate nell’operatività quotidiana. In particolare ho scoperto l’amore per la tecnologia, coordinando in primis il team di sviluppo, ruolo in cui sono stata particolarmente agevolata grazie ai miei studi umanistici.
    Fare questo lavoro significa dar vita, giorno dopo giorno, ad un piccolo ecosistema che rappresenta l’idea del mondo che vorrei. Attraverso il viaggio, le esperienze sostenibili, gli sport outdoor lavoriamo per permettere alle persone di raggiungere il loro massimo potenziale, divertendosi e conoscendo nel profondo le persone e il mondo che ci circonda. Tutto questo grazie ad un fantastico team e a relazioni virtuose, basate su valori comuni, che abbiamo instaurato con clienti, partner, fornitori e investitori.
    La sinergia è fondamentale nel mondo del lavoro. Voi di Sharewood come vi applicate?
    Sinergia, contaminazione, condivisione hanno da sempre contraddistinto Sharewood.  Siamo nati abbracciando i principi della sharing economy per permettere a tutti gli appassionati di condividere attrezzatura sportiva. Anche quando abbiamo cambiato modello di business passando da un modello peer-to peer a B2C, scelta derivata dall’ascolto continuo del mercato e dei nostri clienti, questo spirito di condivisione è rimasto nel nostro DNA. Essere il punto di riferimento per i viaggi e le esperienze attive e sostenibili significa fare continuo gioco di squadra in primis con i nostri partner locali, ovvero coloro che erogano i servizi di viaggio, di esperienze e noleggio attrezzatura. Nella quotidianità lavoriamo per valorizzare le attività turistiche imprenditoriali partner, promuovendo e supportando progetti locali e le destinazioni meno note.
    Fare rete infatti consente di amplificare sempre il proprio messaggio, e parlare con una singola voce può dare vita allo sviluppo di progetti virtuosi che da soli è difficile raggiungere. Col tempo ci siamo addirittura resi conto che potenziali competitor potevano rivelarsi clienti o partner strategici. Questo grazie anche al continuo ascolto e confronto, sicuramente agevolato dalla mentalità da startup e dal coinvolgimento in realtà dinamiche come l’Associazione Startup Turismo di cui facciamo parte o dalla scelta di lavorare in spazi di coworking come Tribò, che abbiamo aperto nel centro di Milano e che come gli amici di Corefab abilita e accelera l’incontro con altre realtà innovative.
    So che c’è un ottimo rapporto tra Sharewood e Lifegate. Ci spieghi su cosa vi state concentrando?
    LifeGate e Sharewood si sono unite nel 2019, insieme per un futuro del turismo responsabile e consapevole. Siamo orgogliosi del cammino intrapreso: siamo diventati infatti partner e Tour Operator ufficiale di Lifegate per viaggi outdoor in natura e speriamo così di poter sensibilizzare sempre di più le persone verso la scelta di questo modo di viaggiare. Insieme abbiamo obiettivi ambiziosi: offrire la possibilità agli appassionati sportivi e ai viaggiatori avventurosi di vivere l’outdoor ovunque. Per questo Sharewood collabora solo con fornitori locali che riflettono i suoi standard in termini ambientali e sociali, divulgando insieme a loro il progetto PlasticLess® di LifeGate, per ripulire l’oceano dalla plastica.
    Oggi LifeGate è a tutti gli effetti un socio di Sharewood e ci supporteranno nel nostro cammino per diventare prima società benefit e poi una BCorp.
    Ultimo ma non per importanza, il turismo, un segmento importante ma alle volte disorganizzato. Un segmento su cui bisogna operare in maniera innovativa e costante. Costruendo le destinazioni. E raccontandole…e poi?
    L’abbiamo provato in prima persona proprio durante questi due anni: l’innovazione è qualcosa di insito nel turismo, soprattutto nella direzione in cui questo settore si è mosso in questi tempi senza precedenti. Per Sharewood essere punto di riferimento per l’outdoor, oggi più che mai, significa educare, ispirare e abilitare le persone a vivere autenticamente ogni avventura a destinazione rispettando tutto quello che è il contesto intorno a noi. Per questo raccontiamo le destinazioni in un’ottica di turismo attivo ed esperienziale, di dare loro un’anima: perché la sostenibilità si lega indissolubilmente allo sviluppo di un territorio. Significa creare valore dando origine a un sistema integrato e resiliente alla base dell’esperienza turistica in cui il viaggiatore si sentirà realmente partecipe di quello che sta vivendo.
    Mi piace sempre ricordare che l’innovazione non è unicamente legata ad uno sviluppo tecnologico e digitale. Innovazione significa fare le cose in modo diverso, cambiare prospettiva e processi. In quest’ottica per trasformare un luogo in una destinazione è fondamentale che tutti gli stakeholders siano coinvolti in particolare i cittadini e le aziende del territorio che devono diventare i primi brand ambassador della destinazione in cui vivono.
    Se potessi dare un consiglio alle PMI italiane circa la direzione da seguire sulle risorse umane, quale sarebbe?
    Beh sicuramente, quello di coinvolgere e gratificare il tuo team, spronarlo al meglio, dando tutti gli strumenti necessari per farlo crescere, ricordando loro sempre il perché stanno percorrendo questo percorso insieme a te.
    Soprattutto all’inizio non si possono affrontare i ritmi di lavoro imposti da una startup e la scelta di abbandonare la tranquillità del posto fisso senza che il tuo team si identifichi nel sogno della tua azienda. Far crescere la propria startup o la propria azienda vuol dire creare opportunità di crescita professionale per chi ci lavora.
    Fin dal 2016 ho ricoperto vari ruoli, dalla gestione dei social alle attività di noleggio, dal supporto clienti allo sviluppo del business. Grazie a questa esperienza “artigianale” posso dire che ne deriva un vantaggio competitivo da guida: solo con l’esperienza fatta sulla propria pelle è possibile immedesimarsi nei vari ruoli, comprendere bisogni e criticità e rendersi portavoce dei valori e della vision aziendale. Gli ingredienti per una leadership sana ed etica sono sicuramente ascolto, supporto e presenza.  La lezione più importante che ho imparato è che il ruolo di un team leader è proprio quello di creare un campo di gioco in cui le persone del proprio team possono comunicare in trasparenza e trovare le giuste condizioni per esprimere il loro massimo potenziale.
    Due parole anche sul rapporto tra Corefab e Sharewood. Quali opportunità intravedi? Quali passi potremmo fare insieme?
    Con Corefab intravedo opportunità interessanti e una visione condivisa per far emergere quelli che sono i valori dell’azienda come insieme di persone e di talenti, prima di ogni altra cosa. Ritengo per questo motivo che Corefab e Sharewood rappresentino due mondi complementari e che ci sia un filo rosso che li leghi.
    Il viaggio è una componente centrale della vita delle persone per questo le opportunità che il turismo, soprattutto quello attivo ed esperienziale, può offrire sono molteplici. Grazie alla presenza sul territorio e alla rete di partner locali italiani ed esteri di Sharewood e la grande professionalità di Corefab nell’organizzazione di team building ad impatto sociale  possiamo contribuire alla felicità dei dipendenti delle aziende che ci sceglieranno come partner, e perché no, valorizzando e promuovendo territori meno noti proprio attraverso le attività di team building outdoor e sostenibile.
    L’obiettivo è ambizioso: portare valore in ogni azienda coinvolgendo tutti i partner in modo da creare un processo circolare tra responsabilità e crescita aziendale, le quali potranno rendersi portavoce di un’esperienza etica e solidale.
    E allora, che processo circolare sia. 🙂
    Marco Menoncello
    www.corefab.it

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