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    Lavoro e obbligo di Green Pass, sempre più categorie interessate

    Lavoro e obbligo di Green Pass, sempre più categorie interessate
    In questi giorni si sta discutendo molto, e si stanno avanzando ipotesi di decreti legge, riguardo alle categorie di lavoratori che sono o che saranno interessate dall’obbligo di Green Pass.
    Fino ad oggi gli unici lavoratori tenuti ad esibire il certificato vaccinale erano i circa 1,9 milioni di operatori sanitari. Ma dal 1° settembre vi si aggiunge anche la categoria degli insegnanti ed operatori scolastici, circa 1,6 milioni di lavoratori. Si arriva così a un totale di 3,5 milioni di cittadini che, per poter accedere al proprio luogo di lavoro, deve esibire il Green Pass.
    Con una sottile differenza, in realtà (abbastanza fittizia): ovvero che mentre per medici e infermieri sussiste l’obbligo di vaccinazione, per insegnanti, personale Ata e presidi, vige l’obbligo di Green Pass. Pertanto in teoria chi non fosse vaccinato potrebbe in alternativa esibire il certificato di tampone negativo, valido però solo per 48 ore.
    Non vi è invece ancora alcuna disposizione che riguardi gli addetti ai trasporti a lunga percorrenza, ossia treni, navi, aerei e autobus: se infatti il decreto legge del 6 agosto ha stabilito l’obbligo di certificato vaccinale per tutti i passeggeri di tali mezzi, ancora nessuna prescrizione interessa i quasi 622 mila lavoratori in questi settori, anche se sembra questione di poco.
    In ogni caso l’obiettivo generale e programmatico rimane quello di estendere quanto più possibile la campagna vaccinale, e per tale ragione il numero di categorie lavorative interessate potrebbe facilmente aumentare.
    Il ministro della Salute Roberto Speranza sta valutando l’ipotesi, già nell’aria, di estendere l’obbligo di Green Pass a tutti i dipendenti pubblici. Il provvedimento sarebbe pienamente in linea con la strategia di Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, che in generale mira a limitare il più possibile lo smart working e far tornare i lavoratori in presenza in modo da garantire il prima possibile un servizio più efficiente ai cittadini.
    Inoltre il decreto legge del 23 luglio richiedeva già il certificato per accedere ai concorsi pubblici, e l’estensione potrebbe concretizzarsi nella fase di conversione in legge del decreto del 6 agosto da parte del parlamento. L’obbligo di Green Pass anche nella PA potrebbe partire già da questo ottobre.
    Va infine detto che intere categorie di lavoratori si trovano tuttora in una sorta di limbo normativo, e in particolare gli impiegati nel mondo della ristorazione e i già menzionati operatori nei trasporti.
    Come ricordiamo bene, il decreto del 23 luglio ha previsto infatti l’obbligo di Green Pass, a partire dal 6 agosto, per accedere a praticamente tutti i luoghi al chiuso o di aggregazione: ristoranti (all’interno), musei, cinema, palestre, piscine, convegni e fiere, parchi, centri culturali, eccetera.
    Strana è la situazione per cui non è specificato se, oltre ai fruitori di tali luoghi, l’obbligo investa anche chi vi lavora. Se infatti è chiaro, nel caso ad esempio dei ristoranti, che sia necessario il certificato per mangiare al chiuso, non è così chiaro quali siano le normative per cuochi, camerieri, responsabili di sala. Ancor più anomala è inoltre la situazione delle strutture ricettive, dove non sussiste l’obbligo per i clienti.
    Se si dovesse disciplinare l’obbligatorietà di vaccino anche per queste categorie, si aggiungerebbero 1,3 milioni di lavoratori ai 3,5 milioni che sono già interessati a partire dall’1 settembre.
    Pietro Broccanello

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