Accettare il cambiamento è necessario
Tra i compiti di un leader c’è quello di creare una cultura d’eccellenza. Per fare questo deve incentivare il miglioramento continuo, l’apprendimento e l’innovazione.
Man mano che si percorre questo viaggio che ha come approdo l’autorealizzazione, ci rendiamo conto che l’unica cosa che può pregiudicare seriamente il cammino, sono solo le nostre convinzioni limitanti.
Se le superiamo passiamo dal paradigma della paura a quello della fiducia. È una presa di coscienza del fatto che l’umanità si sta evolvendo, sta cambiando.
Ogni nuova cultura deve favorire risultati superiori rispetto a quelli di partenza. Inoltre deve essere socialmente più responsabile, il che non vuol dire solo essere gentili con chi lavora con noi.
È necessario che dichiarazioni quali «il nostro personale è la nostra più grande risorsa», vengano messe in pratica. Altrimenti parliamo di cliché e di parole vuote. Per evitarlo occorre un cambiamento a livello di atteggiamento, di leadership e di struttura organizzativa.
Inoltre c’è da considerare che il cambiamento è inevitabile anche per alcune ragioni pragmatiche:
1️⃣ la crescente competizione globale forza il passo verso organizzazioni e team più snelli, agili e reattivi;
2️⃣ la velocità di innovazione tecnologica porta a situazioni in cui i leder si trovano a non avere tempo per apprendere le abilità dei team a loro sottoposti;
3️⃣ la globalizzazione presuppone la capacità di leggere il contesto e capirlo;
4️⃣ l’immigrazione porta cambiamenti demografici;
5️⃣ Internet e gli effetti che ha sulla comunicazione.
È necessario accettare e cavalcare il cambiamento come modalità di essere e fare impresa, unica strada per raggiungere e governare un vero miglioramento delle performance.
Per fare questo ci vuole un nuovo stile di leadership, bisogna che il leader passi dal dirigere un’azienda, a guidarla.
Palmerino D’alesio