Smart working: un’indagine sulla tendenze attuali
Secondo un’indagine condotta dall’avvocato Patrizia Polliotto, presidente per il Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori – insieme al giornalista Maurizio Scandurra -, con gli ultimi scampoli di estate sono ancora il 30% le persone lontane dalla città, preferendo lavorare da seconde case o località di villeggiatura. A pagare questa tendenza sono soprattutto i ristoratori, ma anche cartolerie e librerie, che a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico perdono vendite, “sostituiti” da acquisti online di materiale scolastico e di cartoleria.
Se da una parte lo smart working ha favorito alcuni flussi di lavoro e portato a risparmi su spazi e uffici per alcuni datori di lavoro, potrebbe essere un danno per alcune attività. Urge perciò una riflessione su nuove modalità per integrare lo smart working con una “nuova normalità”, adattando quindi flessibilità, pianificando e perfezionando gli equilibri tra vita e lavoro, gli orari e le disponibilità dei dipendenti, soprattutto a fronte anche delle diverse generazioni di lavoratori che si trovano coinvolte in questo momento di passaggio, che può essere al tempo stesso opportunità per un rinnovo di competenze e sviluppo di nuovi processi organizzativi, ma necessita altresì di valutazioni a 360 gradi sul bilancio tra vantaggi e svantaggi, anche nell’analisi di singoli casi.