Biopiattaforma più vicina: demolito il camino del vecchio inceneritore di Sesto San Giovanni.
L’intervento di abbattimento è l’atto simbolico che dà il via alla transizione ecologica del vecchio impianto, che verrà sostituito da quello totalmente carbon neutral e di nuova concezione che entrerà in funzione nella primavera del 2023.
Dopo quasi 40 anni in cui ha caratterizzato il vecchio impianto termovalorizzatore di Sesto San Giovanni, il camino dell’inceneritore CORE è stato demolito a pochi minuti dalla mezzanotte dello scorso mercoledì, un passo simbolico verso la realizzazione dell’innovativa Biopiattaforma, il progetto di simbiosi industriale unico in Italia dedicato all’economia circolare carbon neutral. Un momento cruciale per il territorio lombardo che segna la transizione ecologica verso quello che, grazie all’impiego delle più avanzate tecnologie, è considerato il primo termovalorizzatore green del Paese.
“L’abbattimento del vecchio inceneritore rappresenta l’inizio di una nuova epoca per Sesto San Giovanni, per il Nord Milano e per tutta la Lombardia – ha commentato il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano -. Il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione dei rifiuti in un’ottica di economia circolare saranno i capisaldi per offrire una migliore qualità di vita alle generazioni future. La nuova, avveniristica Biopiattaforma green sarà in grado di traghettare il Paese verso gli obiettivi di sostenibilità ed emissioni zero previsti dall’Agenda Europea per il 2050”. Il progetto porterà vantaggi per il territorio anche in termini economici che si tradurranno in una riduzione delle bollette dell’acqua e un notevole risparmio sulla tassa rifiuti. “Mi auguro che questo progetto unico in Italia possa presto essere un modello per altre regioni”, ha concluso il primo cittadino sestese.
La demolizione del camino rappresenta un’importante tappa del percorso per la realizzazione del primo polo green italiano che, con avanzati processi di economia circolare, convertirà le materie di scarto come i fanghi di depurazione e la FORSU, in energia, biometano e biofertilizzanti. La Biopiattaforma infatti valorizzerà 65.000 tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dai 40 depuratori distribuiti sul territorio della Città metropolitana. Proprio i fanghi, che fino ad oggi erano materia di scarto, e che in alcuni casi si dovevano portare all’estero per lo smaltimento, serviranno a produrre ben 19.500 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In questo modo, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante. La linea di gestione della FORSU, il cosiddetto “umido”, tratterà 30.000 tonnellate/anno di rifiuti (ora affidati a strutture esterne) provenienti dai Comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cormano, Segrate, Cologno Monzese e Cinisello Balsamo per la produzione di biometano, biocombustibile che riduce l’emissione di anidride carbonica del 97%.
“Infrastrutture pubbliche come la Biopiattaforma sono la risposta all’esigenza di caratterizzare il sistema produttivo del Paese con nuovi impianti per la produzione di fonti rinnovabili invocati proprio dai Piani strategici del Ministero per la Transizione ecologica”, ha aggiunto Alessandro Russo, presidente e amministratore di Gruppo CAP. L’intera operazione è realizzata da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che nel febbraio scorso ha acquistato dai comuni soci la maggioranza del capitale azionario delle quote di CORE, e da ZEROC, la nuova società che gestirà le attività della Biopiattaforma insieme alle amministrazioni comunali di Sesto San Giovanni, Cormano, Cologno Monzese, Pioltello, Segrate e Cinisello Balsamo.
L’intervento di demolizione, cui hanno preso parte le istituzioni locali, il management dell’azienda pubblica lombarda e una nutrita folla di cittadini – trasmesso inoltre con una diretta live sul canale aziendale di Youtube -, ha richiesto mesi di preparazione e coordinamento. Alto 70 metri, il camino è stato abbattuto mediante la tecnica del crollo indotto, con un’operazione meccanica volta a provocare, attraverso l’attività di due scavatori telecomandati a distanza, il collasso del calcestruzzo. Per contrastare l’impatto del crollo sono stati installati dei cannoni nebulizzatori che con un getto areato di acqua e aria hanno abbattuto le polveri prodotte dall’impatto a terra del camino. Come ulteriore contromisura sono stati realizzati dei cumuli di caduta (un letto di sabbia) per ridurne l’effetto vibratorio. Infine, è stata considerata l’interferenza visiva per gli automobilisti presenti in tangenziale, di cui è stata temporaneamente ridotta la viabilità da 3 a 1 corsia, comportando inoltre la chiusura di alcuni svincoli.
Nei prossimi giorni le parti demolite saranno frantumate e portate nei centri di recupero autorizzati, per continuare con la finalizzazione dello smantellamento del vecchio inceneritore e cominciare con i lavori di realizzazione del nuovo termovalorizzatore. Il cronoprogramma prevede l’operatività del nuovo impianto ad ottobre 2022 con la messa in funzione della prima linea, mentre si dovrà attendere marzo 2023 per l’esercizio di tutto l’impianto industriale.
Micol Mulè