Legge di Bilancio 2022: settimana cruciale
La legge di Bilancio 2022 è entrata nella settimana decisiva: il 15 ottobre, infatti, la manovra finanziaria del Governo dovrà essere messa a punto definitivamente per essere inviata all’Europa che deciderà della bontà delle scelte italiane e del relativo finanziamento.
Tra i temi caldi in agenda tengono banco l’estensione dell’assegno unico e il taglio del cuneo fiscale.
Una volta inviato a Bruxelles il disegno di legge dovrà essere illustrato in Parlamento entro il 20 ottobre.
La manovra economica del prossimo triennio prevede uno stanziamento di circa 23 miliardi di euro, una cifra importante ma non sufficiente ad accontentare i desiderata di tutti i partiti che sostengono Draghi, per cui sarà necessario operare delle scelte e nel contempo mantenere equilibri politici stabili.
Tra le novità attese nel testo della Legge di Bilancio 2022 si profila l’estensione dell’assegno unico per tutti i nuclei familiari e un intervento per ridurre il cuneo fiscale, fondamentale per la ripresa produttiva in quanto incide non poco sul costo del lavoro e sulla competitività del sistema Italia sui mercati internazionali.
Non mancherà di certo una proposta sulle pensioni e il definitivo superamento di Quota 100, così come sarà presente la già annunciata proroga del superbonus 110% a tutto il 2023.
Il documento avrà una cornice di più ampio respiro nel quale inquadrare le misure da porre in essere a partire dal sostegno a famiglie e imprese nella ripresa post Covid e le riforme strutturali su lavoro, pensioni fisco. La rappresentazione e le valutazioni macroeconomiche non rappresentano un esercizio accademico, ma sono fondamentali per inquadrare le azioni necessarie alla ripresa economica all’interno di una visione che negli ultimi anni la politica sembra aver perso. Ci si attende dunque una manovra che guardi oltre le prossime scadenze elettorali o le battaglie per il consenso immediato, ma sia in grado di aprire una prospettiva i cui effetti – trattandosi di interventi strutturali e non misure spot – si possono misurare solo nell’arco di tempo di anni.
Per questo, uno strumento come l’assegno unico rappresenta una svolta culturale che indica la volontà politica di sostenere davvero la famiglia e la genitorialità in un momento di profonda crisi del valore della famiglia e del conseguente drammatico calo demografico che l’Italia sta vivendo da anni, anche per la oggettiva difficoltà delle famiglie di far tornare i conti.
L’assegno unico, riconosciuto fino ai 21 anni di età dei figli, dovrebbe prendere il posto delle agevolazioni ad oggi vigenti, dal bonus bebè fino alle detrazioni per i figli a carico.
La Nota di Aggiornamento al Def 2021 evidenzia la volontà di introdurre questa nuova misura sociale, lasciando però molti punti aperti, come ad esempio il limite ISEE per accedere al beneficio economico dell’assegno mensile. La legge di Bilancio dovrà anche indicare modalità e strumenti operativi necessari al funzionamento della misura.
Sempre in ambito sociale dovrebbe esserci una netta separazione tra interventi a sussidio per i nuclei familiari sotto la soglia di povertà (una revisione del reddito di cittadinanza) e strumenti di politiche attive che coinvolgano direttamente le imprese nei percorsi di reinserimento lavorativo, superando l’atavica separazione tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.
Potrebbe tornare in auge anche una versione 2.0 del cashback, lo strumento introdotto per stimolare l’uso di carte e bancomat che difficilmente diventerà una misura strutturale, ma avrà il compito di convincere anche i più avvezzi all’uso del contante a passare a mezzi che garantiscono la tracciabilità delle transazioni.
In ambito edilizio, dato per certa la proroga del Superbonus, si attende di capire che fine faranno le altre forme di agevolazione attualmente previste per ristrutturazioni ed efficientamento energetico.
Alcuni partiti, soprattutto nel centrodestra, chiedono a gran voce la rottamazione quater delle cartelle esattoriali, misura che potrebbe approdare nel consueto decreto fiscale collegato alla Manovra, ma di cui oggi non si ha evidenza.
La manovra di bilancio oscillerà inevitabilmente tra due poli: da un lato interventi cogenti e di immediata eseguibilità e fruibilità, dall’altro – la sfida più difficile – servirà ripensare ad alcune riforme che attendono da troppi anni e che come una zavorra al collo degli italiani, rappresentano un freno allo sviluppo e alla libera intrapresa.
Non è più il tempo delle mediazioni, è il momento del coraggio di cambiare in meglio.
Pietro Broccanello