Lavoro e green pass obbligatorio: niente apocalisse
Nel giorno dell’obbligo della vaccinazione verde al lavoro, le proteste sono state contenute e il Paese non si è bloccato
Nonostante i pronostici di molti media, alla fine l’apocalisse non c’è stata. Ieri infatti è diventato effettivo l’obbligo di green pass sul luogo di lavoro e contrariamente a quanto si pensava i disordini sono stati molto contenuti. Già dalle 7:30 del mattino si erano radunati diversi manifestanti al porto di Trieste e un’ora dopo se ne contavano alcune migliaia ma a coloro che volevano andare a lavorare non è stato bloccato l’accesso alle banchine e il porto ha continuato a funzionare. Ciononostante nei giorni precedenti la compagnia Msc aveva trasferito partenze e arrivi a Venezia anche se in via temporanea.
Situazione più tesa a Genova dove dalle prime ore del mattino si è formato un presidio davanti ai cancelli del terminal Psa di Pra con tanto di striscioni “No green pass” e “Basta ricatti”. L’accesso al varco portuale è rimasto attivo mentre il varco di ponte Etiopia è stato bloccato da un altro presidio di lavoratori portuali aderenti al sindacato Usb che ha costretto a dirottare alcuni tir. A Milano invece non sono stati riscontrati problemi di viabilità né per quanto riguarda il trasporto pubblico, nonostante alcune assenze tra le fila di Atm e Trenord.
In generale nella giornata di venerdì Federdistribuzione ha fatto sapere che la situazione nei punti vendita delle aziende associate era regolare e tutto procedeva senza particolari disagi, anche perché è stata registrata una media complessiva di lavoratori privi di green pass di circa 2-3% inferiore alle previsioni.
Nel frattempo il segretario della Cgil, Maurizio Landini, è intervenuto a Uno Mattina chiedendo al governo un provvedimento in modo da non far pagare il tampone a chi lavora: “Il costo dovrebbe essere a carico delle imprese” ha sottolineato il leader sindacale. Landini inoltre ha raccontato di aver chiesto a Draghi di prorogare il credito d’imposta “per permettere a tutte le imprese di scaricare le spese di sanificazione e ridurre drasticamente il costo del tampone”.
Con la fine dello smartworking nella pubblica amministrazione, la Coldiretti ha fatto sapere che si attende una rivitalizzazione dei centri urbani e un aumento degli incassi di bar, paninoteche e ristoranti situati vicino agli uffici di almeno il 30% dal momento che al pranzo fuori casa è destinato oltre un terzo del totale dei consumi alimentari delle famiglie italiane ma l’anno scorso il fatturato della ristorazione ha subito un vero e proprio tracollo con il diffondersi del coronavirus.