Lamorgese non accetta le accuse di complotto e ribadisce la sua intolleranza delle manifestazioni potenzialmente sovversive
In questo periodo di scontri e manifestazioni nessuno è ancora riuscito a giustificare il mancato intervento del ministro dell’interno Lamorgese di fronte all’assalto della Cgl, annunciato con molto preavviso dai leader dei movimenti sovversivi protagonisti. I partiti di opposizione (compresi quelli che non lo sono ufficialmente come la Lega) additano il ministro come principale responsabile.
Ma fino ad oggi la Lamorgese, accusata di complicità nell’attuare una strategia della tensione che ha lo scopo di rovinare la reputazione e il consenso nei confronti dell’opposizione, non sembra essersi espressa abbastanza a proposito.
L’altro giorno si è presa la responsabilità di ammettere la sua colpa per la mancanza di prontezza nell’intervento delle forze dell’ordine, ma senza sbilanciarsi troppo.
Oggi in parlamento ha voluto, come ovvio, prendere le distanze più assolute dall’ipotesi di complotto: “è inaccettabile. Insinua il dubbio che le forze di polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. E’ un’accusa ingiusta che getta ombre inaccettabili sulle forze dell’ordine che il 9 ottobre hanno pagato il prezzo di 41 feriti nel fronteggiare i facinorosi intenzionati ad assaltare le sedi delle istituzioni”.
Ma l’episodio romano non è l’unico a cui il ministro deve rispondere, è stata infatti investita anche di altre accuse, sempre riguardanti le agitazioni di piazza di questi giorni.
Questa volta però non è accusata di negligenza maliziosa ma di troppa severità nei confronti dei lavoratori triestini che hanno manifestato in sit in.
A queste accuse Luciana Lamorgese risponde così: “E’ una protesta dal carettere sfidante intenzionata a non fermarsi. Una protesta che ha investito minacciosamente ogni ambito facendo emergere nuovi soggetti da tutelare e nuovi obiettivi sensibili da proteggere. Non possiamo in alcun modo abbassare la guardia, manterremo la massima attenzione per garantire che non sia turbata la tranquillità nazionale. Garantisco, nella mia responsabilità di ministro dell’Interno, che saranno sempre tutelati la libera manifestazione del dissenso e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini”.
Molto parlamentari intanto hanno continuato a provocarla e a interromperla finché non è intervenuto il presidente della camera per far abbassare i toni ai parlamentari d’opposizione.