UNO SFORZO SUPPLETTIVO: PER ESSERE GIOCATORI NELLA PALESTRA POLITICA
Se non vogliamo limitarci a fare gli osservatori, anche acuti, o i semplici statistici, la recente tornata elettorale con la sua alta percentuale di astensioni, ci fornisce tante conferme ma pure indicazioni utili.
C’è una vasta area di elettori che cerca e aspetta una offerta politica nuova, che abbia il suo baricentro in politiche di Centro, fuori dall’egemonia della Destra come della Sinistra. Non è una novità!
Proprio per questo, per non ricadere nella riproposizione di ricette scontate o stantie, ci è richiesto uno sforzo supplettivo e far nostro lo spirito di ricerca. E così essere in grado di interagire con questa grande fascia di elettori rappresentando loro il Progetto su cui da tempo siamo impegnati.
Il primo quesito a cui dobbiamo dare risposta vorrei formalizzarlo in questi termini: qual è l’uomo, qual’e’ la persona che vogliamo rappresentare! Che vogliamo promuovere! Che vogliamo tutelare.
A noi pare che l’uomo di oggi, soprattutto nell’Occidente opulento, nonostante l’ostentazione del suo superEgo:
1. sia confuso nei suoi valori, nella sua prospettiva di vita e nel suo rapporto con la dimensione spirituale, in un evidente cortocircuito culturale.
2. dentro una crisi che sembra non finire mai, sia inquieto, per il paventato rischio povertà; per la possibile perdita del posto di lavoro; un abisso dietro l’angolo, nel quale non vuole essere risucchiato.
3. e per ultimo, una fascia non trascurabile, sia pervasa da tanto scetticismo, se non proprio da una netta contrarietà alle politiche dei vaccini come strumento di contrasto alla pandemia.
Questa combinazione porta alle esasperazioni di piazza di questi ultimi tempi. Che nelle loro estremizzazioni non vanno accettate ma pure condannate. La violenza ed il caos non sono esercizio di libertà, ma solo degenerazioni riprovevoli.
Allo stesso tempo limitarsi alle etichettature e alle semplificazioni non ci porta da nessuna parte.
Ci è richiesto invece uno sforzo supplettivo, non riconducibile alla mera repressione, che sappia dare risposte e fornire delle motivazioni nuove per farci uscire dal tunnel.
Il tentativo di eversione degli anni 70/80 del secolo scorso è stato assorbito perché c’erano Istituzioni aperte, perché c’erano partiti Comunità, perché l’Italia poteva contare su un reticolo di Corpi Intermedi radicati nel tessuto sociale in ogni angolo del Paese. E che veicolavano valori e motivazioni forti. Il terrorismo di quel tempo non è stato sconfitto né dal giogo del bipolarismo né dai partiti dei leader!
Da quell’esperienza dobbiamo partire: recuperando la dimensione “popolare” del fare politica. Superando l’esperienza del partito del Leader, o l’approccio populista. Se si è populisti non si può essere popolari. Così come, se si è popolari non si può essere populisti.
Nella “Fratelli Tutti”, si sostiene che Persona e Popolo sono termini correlativi, complementari, che si alimentano reciprocamente in una interrelazioni fertile e continua.
Da qui bisogna partire. La semplificazione Buoni-Cattivi, Amici-Nemici, è una categoria che non aiuta.
Se vogliamo sentirci parte e prim’attori dell’area popolare occidentale dobbiamo recuperare il protagonismo dei Corpi Intermedi ed il principio di Sussidiarietà in tutte le sue sfaccettature. Non solo come antidoto allo strapotere acquisito dalle nuove Big Corporetions, ma come scelta decisiva per ricostruire un tessuto di motivazioni condivise; una Rete di attori sociali che facciano rifiorire l’appartenenza Comunitaria e riconsegnarci Istituzioni impregnate dai valori e dalle disposizioni della nostra Costituzione.
All’uomo inquieto e in cortocircuito dobbiamo offrire inoltre un quadro di riferimento, dove la Cultura torni ad esercitare il suo ruolo maieutico. Dove la Politica torni a guidare, a fare sintesi, a perseguire gli obiettivi della Fraternità e della Giustizia Sociale. Senza timori.
E attraverso la Politica lungimirante dare risposte concrete alla sete di lavoro, alla importanza dell’impresa, ai bisogni delle fasce deboli, al difficile ruolo di essere imprenditore, all’inalienabile diritto per le giovani generazioni di una Istruzione di qualità.
Rosmini ci ricorda che la Cultura sta sopra, viene prima dei comportamenti. Non sono possibili scorciatoie o copiature
In questo quadro, i cattolici che lo vogliano, possono trovare una prateria a loro disposizione. A loro non è permesso né stare alla finestra, né stare nel fortilizio. Debbono tornare nel’agone della quotidianità; compromettersi con la realtà; non ritenersi i primi della classe o peggio manichei o settari.
La partecipazione va perseguita sapendo che con essa si da corpo al Dialogo e al vivere Comunitario. Senza partecipazione come può realizzarsi l’obiettivo della Solidarietà?
È solo con la partecipazione attiva, con una Politica protagonista che si possono aiutare i più deboli. Gli abbienti si arrangiano con le loro forze.
Nei mesi scorsi siamo stati fra i fondatori di Insieme. Un tentativo di dare una risposta a queste problematiche. Saremo all’altezza solo se sapremo essere d’avvero capaci di promuovere processi di integrazione; azioni di raccordo e condivisione; reti di relazioni, fuori da disegni o aspirazioni di primazia, o peggio di imposizione. Se, con spirito di servizio, saremo in grado di essere anche noi dei giocatori nella palestra della politica. A partire dalle prossime elezioni nazionali.
Quindi, una partita ancora tutta da giocare.
On. Ivo Tarolli
Fondatore di Insieme