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    Gli italiani investono di più ma rimangono formiche

    Gli italiani investono di più ma rimangono formiche

    Il covid ha accentuato la tendenza al risparmio degli italiani i quali hanno accumulato quasi 1.800 miliardi di euro sui conti correnti e ora la ripresa necessita di maggiori investimenti, come emerso dalla 97esima Giornata Mondiale del Risparmio

    Gli italiani investono di più e hanno una maggior propensione al rischio ma rimangono formiche. È quanto emerso nella 97esima Giornata Mondiale del Risparmio durante la quale il presidente dell’Acri (l’organizzazione che rappresenta le Casse di Risparmio e le Fondazioni di Origine Bancaria) Francesco Profumo, ha evidenziato come “il risparmio accumulato dalle famiglie e dalle imprese italiane ha raggiunto livelli record”. Al momento infatti le risorse accantonate dagli italiani sfiorano quasi i 1.800 miliardi di euro. Si tratta di soldi fermi sui conti correnti e il contraltare di questo fenomeno è il persistere della contrazione dei consumi che ancora caratterizza la situazione attuale.

    Tuttavia questa dinamica non riguarda solo i nuclei familiari. Secondo Profumo “anche le imprese hanno prevalentemente tirato i remi in barca”, smettendo di fatto di investire sul futuro visto l’alto grado di incertezza dovuto alle varianti covid. Dello stesso avviso il presidente di Abi, Antonio Patuelli, secondo il quale non bisogna illudersi che basteranno i soldi del Recovery Fund per cementare la ripresa economica: “I finanziamenti europei sono indispensabili ma non sufficienti: gli investimenti sono decisivi. Il risparmio va meglio tutelato e incentivato verso investimenti produttivi”. Patuelli evidenzia la necessità di una fiscalità europea comune per evitare una competizione interna su questo fronte. Sul versante interno, invece, il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana ricorda come occorra “distinguere fiscalmente gli speculatori dai risparmiatori ‘cassettisti’ e diffondere l’azionariato popolare, rafforzando le radici e la solidità anche prospettica delle imprese”.

    Nel dibattito comunitario, la questione di una fiscalità europea omoegenea va di pari passo con il tema degli eurobond, due proposte che in Italia trovano terreno fertile e che sono tornate alla ribalta ora che il più importante avversario all’idea di un debito comune europeo, Angela Merkel, ha lasciato le redini della Germania. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è intervenuto alla Giornata Mondiale del Risparmio e ne ha approfittato per lanciare l’idea di un “fondo di ammortamento” europeo che ritiri i titoli di Stato nazionali “emettendo titoli europei” al fine di far fronte al debito accumulato dai Paesi Membri negli anni della pandemia. Anche Visco poi ha sottolineato l’importanza che i risparmi privati trovino sbocco negli investimenti e ha messo in guardia sull’accontentarsi di tornare ai livelli di attività pre-covid dal momento che il coronavirus ha colpito l’Italia in un momento in cui “non erano ancora stati riassorbiti gli effetti della doppia recessione dovuta alla crisi finanziaria globale e a quella dei debiti sovrani, precedute da un lungo periodo di bassa crescita”. Visco ha ricordato, infatti, come nel 2019 “gli investimenti lordi erano ancora di circa il 20 per cento inferiori ai livelli del 2007; in rapporto al Pil essi erano di 4 punti percentuali più bassi della media dell’area dell`euro”.

    Al convegno trasmesso dal sito di Acri è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha ricordato come solo un clima di fiducia può “contribuire a mobilitare rapidamente una preziosa risorsa come quella del risparmio delle famiglie”, ribadendo come il Pnrr rappresenti l’occasione unica per trasformare l’economia italiana verso “un modello di sviluppo più sostenibile, innovativo e inclusivo,con la partecipazione di tutte le forze del Paese”.

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