Green pass: ci sarà anche nel 2022
Con la fine dell’anno ormai prossima, potrebbe cessare lo stato di emergenza decretato dall’ex premier Conte e con esso tutte le misure straordinarie collegate, compreso il green pass.
Può sembrare strano, soprattutto in questa fase delicata in cui in altri paesi si stanno riaccendendo focolai pandemici, pare per l’ennesima variante del virus; infatti, il nostro governo sta valutando la possibilità di prorogare l’obbligo di esibire il green pass nei luoghi pubblici e di lavoro, con l’ormai avviata campagna vaccinale per la somministrazione della terza dose.
Alcune aziende farmaceutiche, come Pfizer, sta per mettere sul mercato vaccini a basso dosaggio da somministrare anche ai bambini, visti i casi di contagio emersi recentemente. Una cosa è certa: con queste premesse le polemiche non si placheranno tanto presto, anzi.
Va detto che tutti i monitoraggi effettuati confermano l’utilità del green pass per il contenimento della diffusione del virus.
L’idea che sta prendendo piede, anche su una logica di buon senso e prudenza, è di allungare l’obbligo di possesso della carta verde per accedere a ristoranti, treni, stadi e ovviamente luoghi di lavoro.
Sempre tra le ipotesi, è allo studio l’idea di un primo prolungamento fino a tutto giugno 2022, rendendo di fatto obbligatoria la somministrazione della terza dose a partire dagli over 80 che cronologicamente sono stati i primi ad essere vaccinati e quindi anche i primi a terminare il periodo di validità del green pass. Da qui la necessità della terza dose.
A questo si aggiunge anche l’impegno del generale Figliuolo che indica come obiettivo di sicurezza per i prossimi mesi la somministrazione ad almeno il 90% delle persone over 12 anni.
Tra i tecnici del Governo girano diverse ipotesi, ma i punti fermi delle diverse possibilità sono l’estensione almeno fino all’estate del green pass e il grande beneficio che tale misura ha finora generato.
Del resto anche l’obiettivo del 90% di vaccinati indicato da Figliuolo è facilmente raggiungibile, visto che ad oggi la quota di vaccinati in Italia è pari all’86%, oltre 46 milioni di persone.
Il green pass finora ha funzionato e l’Italia non sarebbe il primo Paese ad estenderne la durata: la Francia, ad esempio, ha già stabilito per legge il nuovo termine al 31 luglio 2022, anche se ha tralasciato l’obbligatorietà di esibirlo sul luogo di lavoro.
Da noi in Italia sappiamo bene che le polemiche e le manifestazioni di protesta in piazza nascono proprio dall’inasprimento delle misure di controllo imposte anche sul luogo di lavoro, costringendo coloro che hanno scelto di non fare il vaccino a ricorrere al tampone ogni 48 ore.
Ogni scelta è legittima e rispettabile, ma l’evidenza che il green pass abbia funzionato è fuori dubbio: quindi è il caso di continuare con un altro tollerabile sacrificio di qualche mese, tutto sommato ormai entrato nell’abitudinarietà delle cose, con il quale possiamo garantirci un maggior grado di sicurezza senza penalizzare la possibilità di spostamento e di lavoro. E non è poca cosa.
Pietro Broccanello