Formazienda, Spada:
“Formare donne e giovani
per superare la crisi”
“La ripartenza del Paese sta avvenendo in un contesto di grande impulso all’economia quale è quello definito dal Pnrr. A ciò si aggiunge la capacità autonoma delle aziende italiane di riaversi sviluppando strategie efficaci di rinnovata presenza nei mercati nazionali ed esteri. L’economia globale è un’economa integrata e digitale ma ci sono categorie, come i giovani e le donne, che stanno pagando troppo duramente il prezzo della crisi.” Così Rossella Spada, direttore di Formazienda, il fondo interprofessionale al quale aderiscono 100mila imprese per 700mila lavoratori e che, dal 2008, ha stanziato risorse per 170 milioni di euro formando 500mila persone. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria e nonostante il blocco dei licenziamenti sono andati persi solo nel 2020 426mila posti di lavoro. Le donne tra i 25 e i 49 anni sono state le più penalizzate insieme ai giovani. Una situazione ben fotografata dal tasso di disoccupazione giovanile che è ormai stabile oltre il 30% facendo segnare uno dei peggiori risultati dell’economia continentale. Una tendenza che può essere invertita grazie al contributo della formazione e dei fondi interprofessionali.
Molto spesso assistiamo a un disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro. Come si potrebbe intervenire?
“Serve una formazione di qualità. Per ottenerla è indispensabile prevedere la certificazione delle competenze al termine dei percorsi formativi. In questo modo sia per i lavoratori sia per le aziende è possibile individuare in modo oggettivo le conoscenze e le abilità. Anche in riferimento al sapere informale o non formale è necessario fare chiarezza per delineare in modo nitido le capacità operative delle persone rendendo più veloci i tragitti in entrata e in uscita dalle aziende”.
Probabilmente, i giovani e le donne sono stati i più colpiti dal mutamento del mondo del lavoro che si è verificato durante la pandemia. Come i governi possono intervenire per aiutare questa classe di lavoratori?
“Formazienda prevede punteggi premianti per i percorsi di formazione che si concludono con un inserimento definitivo in azienda per i disoccupati e gli inoccupati. Una linea di indirizzo che favorisce le donne e i giovani. Ma perché i giovani possano essere immessi nel mercato bisogna insistere con le politiche di riduzione del costo del lavoro agevolando le nuove assunzioni tramite sgravi contributivi e soluzioni affini”.
Come è cambiato il mondo della formazione pre e post-pandemia?
“Se pensiamo allo smart working e all’e-learning sincrono o a-sincrono vediamo subito come l’aspetto dell’innovazione tecnologica abbia preso il sopravvento. La formazione ha il fine di qualificare o riqualificare le persone trasmettendo il nuovo sapere propedeutico all’instaurazione delle migliori prassi per la vita d’impresa. È un aspetto, questo, che è stato fortemente investito dal cambiamento tecnologico sia per ciò che riguarda il tema della competitività sia per ciò che riguarda il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli avvisi di finanziamento di Formazienda inseriscono entrambe le tematiche tra le mete prioritarie dei progetti formativi ai fini dell’accesso ai fondi”.
Quali sono le iniziative che Formazienda conta di mettere in campo per il futuro?
“Formazienda ha emanato al termine dell’estate un avviso da 10 milioni di euro che ha raccolto la manifestazione di interesse di numerose aziende su tutto il territorio nazionale. Vogliamo proseguire sulla linea adottata iniettando ulteriori risorse per consentire i processi di rinnovamento della conoscenza e favorire le transizioni occupazionali. L’Italia ha bisogno di più competitività e occupabilità. La formazione delle risorse umane costituisce la strategia più efficace per raggiungere l’obbiettivo”.