Marta Cartabia è al lavoro. Il tempo stringe per il Csm.
Il ministro della giustizia Marta Cartabia è all’opera per affrontare una nuova sfida: trovare una nuova mediazione tra gli schieramenti politici avversi sulla riforma del consiglio superiore della magistratura.
L’obbiettivo del ministro è quello di garantire una nuova legge elettorale per il prossimo Csm in vista della scadenza relativamente vicina di quello attuale, che si prospetta per il prossimo luglio. Questo obbiettivo sembra tuttavia difficile da raggiungere, pochi giorni fa infatti, il rappresentante di Forza Italia in commissione giustizia Pierantonio Zanettin, ha espresso la sua delusione a seguito del confronto tra i capigruppo e la Cartabia: “ Molti temi non sono stati toccati, come ad esempio quello delle porte girevoli tra magistratura e politica, e credo che dovremo riaggiornarci “. Non rimane molto tempo però, e l’Italia ha bisogno che il governo riformista e pragmatico di Draghi realizzi al più presto il piano di riforme, oltre che quello di semplificazione e di giustizia, di cui Marta Cartabia sarà considerata ovviamente la diretta responsabile. Dato che l’ibrido sistema elettorale incentiva le componenti populiste, se rimanesse tale risulterebbe incoerente con la fisiologia che questo governo vuole assumere e ne ostacolerebbe dunque la sua autorevolezza internazionale. Ma il grande problema di questo paese, ciò che rende l’opinione pubblica confusa, è il bipolarismo, che sarebbe alimentato dallo stroncamento della destra populista al governo e alimenterebbe dissenso nei confronti di un governo che fa della ragionevolezza e del cauto pragmatismo il suo cavallo di battaglia.
Ecco che allora si necessita di un meccanismo che lavori in maniera più silenziosa, e la riforma elettorale rappresenta un bisogno urgente da soddisfare al più presto.