L’Italia e la terza dose
Continuano le somministrazioni delle terze dosi di vaccino. Nel frattempo crescono gli ingressi in terapia intensiva ma rimangono al di sotto della soglia critica
La campagna di somministrazione della terza dose di vaccino anti covid sembra aver preso slancio con circa 100mila iniezioni giornaliere. Di questo passo non sembra irraggiungibile la quota di 7 milioni di italiani prima della fine dell’anno dal momento che finora ne sono state somministrate oltre 2 milioni e che tra poco la platea sarà allargata ai 50enni. Secondo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Silieri, tutti gli italiani dovranno fare la terza dose. In un’intervista al Corriere della Sera, Sileri ha spiegato che la platea si allargherà a cavallo tra dicembre e gennaio quando scadranno i sei mesi dall’avvio della campagna di vaccinazione di massa.
Nel complesso in Italia sono state superate le 90,8 milioni di somministrazioni: l’83,57% ha completato il ciclo (46,7 milioni sono le persone risultano avere almeno una dose). Continua ad essere monitorata invece la situazione delle terapie intensive dal momento che il numero di ingressi è in crescita. Nella prima settimana di novembre le entrate in terapia intensiva sono aumentate del 31,74% rispetto alla settimana precedente: 220 contro 167. Un trend in crescita da tre settimane, ma che non desta particolare preoccupazione dal momento che tutte le Regioni rimangono sotto la soglia di allarme. Al momento, infatti, il tasso di occupazione delle terapie intensive è del 4% a livello nazionale e del 6% in area media non critica, ben al di sotto della soglia del 10% e del 15%.
Per quanto riguarda la Lombardia, il governatore Fontana ha recentemente assicurato che la locomotiva d’Italia non è “assolutamente da zona gialla” né vicino “alla zona gialla”. Secondo Fontana “i numeri per il momento sono buoni, dobbiamo cercare di andare avanti: da un lato con la somministrazione di ulteriori vaccini, con la terza dose, dall’altro con un minimo di rispetto di quelle regole di base che consentono di combattere più efficacemente il virus”.