Nel giardino dei leader
Ho in mente questa frase:
«Non puoi diventare tutto quello che vuoi, ma puoi diventare tutto quello che sei».
È diffusa la credenza per la quale «se vuoi, puoi». Come a dire che, se si vuole veramente qualcosa, basta impegnarsi per rendere il sogno realtà.
Questa idea, spesso, crea più persone frustrate che individui di successo. Essa parrebbe sposare la logica della costruzione del futuro proposta dal falegname: scolpire il legno di cui sono composto per dargli una forma coerente a ciò che desidero.
? A me piace di più sposare la logica del giardiniere. Il giardiniere parte dall’idea che che al tuo interno ci sia un seme in cui è racchiuso il tuo potenziale.
? Abbiamo il dovere di impegnarci per far fiorire questo seme. Ogni seme ha la propria natura che va rispettata e assecondata. Perché un girasole non diventerà mai un glicine ed un ciclamino non potrà avere il profumo di una magnolia.
La nostra natura non va violata ma compresa e fatta sbocciare. Ecco perché è difficile diventare tutto ciò che vuoi, ma è vero che puoi diventare tutto ciò che sei.
In questo percorso, quello di far sbocciare il nostro fiore, troveremo mille ostacoli. Per superarli serve fiducia, convinzione e rispetto.
? È compito di un leader focalizzare e rendere consapevoli le persone che guida delle possibilità che hanno in sé e davanti a sé.
E tutto questo, non per «aumentare gli utili», ma per rendere felici le persone che lavorano con noi. Poi, chi fa questo aumenta anche clienti, utili e fatturato, ma è un effetto collaterale.
Palmerino D’Alesio