Covid: l’ordinanza Speranza che fa arrabbiare Bruxelles
Il provvedimento adottato dal governo italiano che obbliga chi proviene da un Paese dell’Unione Europea ad avere un test covid negativo per entrare in Italia ha fatto storcere il naso a Bruxelles che lamenta la mancata notifica.
Il governo italiano corre ai ripari sul versante covid in vista del Natale, ma per Bruxelles corre un po’ troppo. Questa settimana il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che introduce l’obbligo del test negativo per tutti coloro che vengono dai Paesi UE. I non vaccinati, oltre al test con esito negativo, dovranno sottoporsi anche a una quarantena di 5 giorni. Nello specifico, sarà necessario un test molecolare tramite tampone nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Italia da un altro Paese europeo, oppure un test antigenico con tampone nelle 24 ore precedenti all’arrivo.
Mario Draghi ha motivato tale iniziativa spiegando che, sebbene in Italia i contagi relativi a Omicron siano molto bassi, la situazione in altri Paesi UE, come la Danimarca, è abbastanza preoccupante. Il premier è dovuto intervenire sul tema poiché la Bruxelles ha fatto sapere che l’Italia non ha notificato per tempo alle istituzioni UE l’obbligo del test covid per i viaggiatori. Secondo quanto riportato da una portavoce della Commissione Europea, Christian Wigand, “in base all’approccio coordinato previsto dal regolamento Ue sul Certificato Covid digitale, gli Stati membri hanno l’obbligo di informare la Commissione e gli altri paesi membri con 48 ore gli anticipo in caso diffidano ulteriori restrizioni. Abbiamo ricordato alle autorità italiane questo obbligo”. Bruxelles ha fatto sapere dunque che esaminerà l’ordinanza di Speranza ma la Wand ha sottolineato come resti “cruciale assicurare la proporzionalità di qualunque misura sia adottata, e che ogni misura di precauzione sia applicata solo per il più breve periodo possibile”.
Il governo italiano sembra dunque optare la via della massima prudenza, giocando in anticipo. Draghi, intervenendo in Parlamento, ha ribadito come in questo momento, proprio perché i contagi in Europa sono in forte crescita, è necessario insistere sulle vaccinazioni, l’unico modo per continuare a tenere aperte le attività economiche, le scuole e l’intera vita sociale del Paese. Da qui anche la decisione di rinnovare lo stato di emergenza fino a fine marzo 2022, “per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione. Invito i cittadini a mantenere la massima cautela e a continuare a rispettare le regole che ci siamo dati” ha affermato il premier.